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Stanotte si torna all’ora legale

L’ora legale torna nella notte tra oggi e domani, quando alle due bisognerà spostare le lancette avanti di sessanta minuti, ovvero alle tre di notte (non bisogna fare nulla, invece, con gli smartphone, che si adegueranno automaticamente). Dormiremo dunque tutti un’ora in meno, ma in compenso avremo giornate più lunghe e più luce naturale da sfruttare (l’ora solare tornerà il 29 ottobre 2023). L’ora legale è nata proprio per favorire il risparmio energetico in tempi di crisi e l’Italia l’ha adottata per la prima volta durante la Prima guerra mondiale (nel maggio 1916, con interruzioni tra il 1921 e il 1939 e poi tra il 1948 e il 1965). Le ragioni drammatiche che spinsero a quella decisione sono ormai un lontano ricordo, ma anche oggi, in tempi di necessario risparmio energetico, l’ora legale svolge egregiamente la sua funzione.

Dal 2004 al 2022 risparmiati 10,9 miliardi di kWh

E la conferma arriva dalle stime di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, che calcola per i sette mesi in cui sarà in vigore l’ora legale un risparmio per l’Italia di circa 220 milioni di euro milioni di euro. Questo, grazie a un minor consumo di energia elettrica pari a circa 410 milioni di kWh che genererà, tra l’altro, un rilevante beneficio ambientale, quantificabile nella riduzione di circa 200 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera. Il beneficio economico stimato da Terna è calcolato considerando che il costo del kWh medio per il “cliente domestico tipo in tutela” (secondo i dati dell’Arera) è, attualmente, pari a circa 53 centesimi di euro al lordo delle imposte. I circa 410 milioni di kWh di minori consumi di elettricità equivalgono al fabbisogno medio annuo di oltre 150 mila famiglie. Dal 2004 al 2022, secondo l’analisi della società guidata da Stefano Donnarumma, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 10,9 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2 miliardi di euro.

La richiesta di abolizione

Per molto tempo ci si è interrogati in Europa se non fosse il caso di abolire il cambio di ora e scegliere quella legale o quella solare per tutto l’anno. Nella primavera del 2019, finalmente, il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione legislativa sull’abolizione dell’ora legale con 410 voti a favore, 192 contrari e 51 astensioni. L’anno prima, tra il 4 e il 16 agosto, la Commissione europea aveva proposto di porre fine ai cambi stagionali dell’ora e con una consultazione pubblica online aveva chiesto ai cittadini europei di scegliere, in caso di abolizione del cambio orario, se preferissero mantenere per sempre l’ora solare o quella legale. Le risposte erano state 4,6 milioni, ovvero aveva partecipato alla consultazione soltanto l’1% degli oltre 447 milioni di abitanti che contava la Ue in quell’anno. Nonostante ciò, resta il numero più alto di partecipanti mai registrato per una consultazione pubblica. Gli italiani l’avevano quasi del tutto disertata (perché la maggioranza non ne sapeva nulla e perché la minoranza informata non era particolarmente toccata dall’argomento). Alla fine, la Commissione europea aveva proposto di porre fine al cambio stagionale dell’ora in Europa, lasciando però gli Stati membri liberi di decidere una volta per tutte se applicare in modo permanente l’ora legale o quella solare.

Cos’è l’ora legale

Come sappiamo tutti, l’ora legale è la convenzione di spostare avanti di un’ora le lancette degli orologi di uno Stato per sfruttare meglio l’irradiazione del sole durante il periodo estivo e risparmiare, dunque, in termini di energia elettrica. E se da sempre i Paesi del Nord Europa (Finlandia, Svezia, Estonia, Lituania, etc) sono quelli più sensibili all’argomento, a causa del fatto che, essendo vicini al Polo Nord, non beneficiano della luce naturale con il cambio dell’ora, il tema “ora legale” è diventato col tempo interessante anche per noi italiani.

La richiesta della Società italiana di medicina ambientale

Lo scorso autunno, nel pieno dell’emergenza legata al caro-energia, per contrastare l’impennata delle bollette di luce e gas e trovare un modo per aiutare famiglie e imprese a risparmiare, la Società italiana di medicina ambientale (Sima) aveva chiesto al governo di istituire l’ora legale tutto l’anno, abbandonando dunque l’ormai consueto passaggio “ora legale/ora solare”. La richiesta di Sima non era campata per aria: nei 7 mesi del 2022 in cui era in vigore l’ora legale, prima dunque dell’impennata dei prezzi, secondo quanto calcolato da Terna, si erano risparmiati 420 milioni di kilowattora di energia elettrica, l’equivalente del fabbisogno medio annuo di circa 150 mila famiglie. Senza contare poi le 200 mila tonnellate di Co2 non immesse nell’atmosfera. Il risparmio era stato stimato in oltre 190 milioni di euro.

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Pubblicato inEnergia

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