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Piano piano e senza suscitare clamore, i complici del doppio inganno pandemia–sieri genici abbandonano la barca perché non sono più sicuri che qualcuno gli potrà garantire la copertura: così sulle riviste di medicina sono stati ritirati oltre 330 articoli (andate qui se volete togliervi la soddisfazione di sapere quali sono) sul Covid 19, a causa di standard etici compromessi e preoccupazioni sulla validità scientifica delle pubblicazioni. Questa moria di articoli è dovuta a varie ragioni come, per esempio, il legame dei ricercatori con le case farmaceutiche, conflitti di interessi di vario genere, uso di campioni troppo ristretti oppure risultati diversi con l’aggiunta di campioni più vasti per non parlare di errori ed omissioni più gravi. Insomma, una ridda di ricerche che però al momento della pandemia hanno fatto da cassa di risonanza alla paura.

Secondo Gunnveig Grødeland, dell’Istituto di immunologia dell’Università di Oslo che ha esaminato parecchie di queste ricerche ritirate e dunque ritrattate, la ragione di tale cattiva pratica della scienza è che molte persone  hanno improvvisamente iniziato a condurre ricerche su un argomento di cui sapevano davvero relativamente poco  e una serie di ambienti che normalmente non svolgono attività di ricerca hanno iniziato a farla dopo aver ricevuto finanziamenti tramite gli ospedali, ma con la visibilissima manina di Big Pharma in controluce. Ci sono anche stati clamorosi casi inversi, soprattutto nella a fase iniziale della narrazione, quando essa non era ancora divenuta ipnosi, in cui sono stati eliminate ricerche validissime, ma fastidiose per l’avvento dei vaccini, in primis lo studio sull’efficacia dell’idrossiclorochina nel contrastare il virus. Tutto ciò restituisce un’immagine fin troppo chiara dello sbandamento della scienza e della ricerca da quando essa è ancorata al profitto, ma ancor più a un sistema complessivo della conoscenza che fa riferimento al denaro in tutte le sue forme E vedete che poi tutto si tiene: in questi giorni anche due altre notizie hanno accompagnato questa fuga dalla ricerca Covid: la prima è che La Bill and Melinda Gates Foundation ha pagato oltre 6 milioni dollari per la creazione di chatbot per migliorare l’accettazione del vaccino tra coloro che lo rifiutavano. Più o meno la stessa cifra ha passato alla Johns Hopkins University, altro attore globale della pandemia, per creare una propria chatbot chiamata Vira Vira e naturalmente predisposta per gli stessi scopi. Dunque, qui convergono molti interessi in maniera quasi inestricabile

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La seconda notizia riguarda uno dei personaggi più in vista proprio della Johns Hopkins, se non il più celebre in assoluto: si tratta del professor Gregg Semenza, pediatra e ricercatore presso questa università, che – ricordiamolo ancora una volta – è stato uno dei punti di riferimento scientifici per il Covid 19, i vaccini e via dicendo, e che ha ricevuto nel complesso oltre un miliardo dalla fondazione Gates. Bene, Gregg Semenza ha ricevuto il Nobel per la medicina nel 2019 grazie a studi che dimostrano l’adattabilità delle cellule tumorali a situazioni con scarsità di ossigeno ma è sorto un piccolissimo problema: sette degli studi da lui pubblicati si sono rivelati falsi e sono stati ritirati. Ma falsi falsi, con persino manipolazioni delle foto a corredo. Certo, tutto questo non riguarda direttamente il Covid, ma illustra benissimo la situazione in cui vive la scienza: qui il la frode non è stata  perpetrata da un oscuro ricercatore che languiva in un istituto di terz’ordine, né da qualche dottorando in cerca di pubblicazioni o con l’ambizione di  entrare nelle grazie di qualche potentato farmaceutico, ma da uno scienziato di fama mondiale, che occupa una posizione in una struttura di prim’ordine favorita dal principale finanziatore della scienza, ovvero la Fondazione Gates.

Ciò rende più facile comprendere che una frode scientifica di massa non solo è concepibile, ma potrebbe diventare la normalità, come di fatto sta accadendo con il clima, dove la manipolazione è ancora più pesante, sfacciata e grossolana. Il fatto che alla fine la verità sia riuscita a riemergere può far sperare che si sia ancora un sistema immunitario contro la menzogna, ma io temo che il ritiro degli articoli nasconda qualcosa di meno edificante e di più inquietante, ossia la consapevolezza che l’accoppiata Covid–vaccino deve ancora mostrare il suo volto peggiore.

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