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Addio a Francesco Nuti, il genio triste del cinema italiano

La notizia della sua morte è stata diffusa dalla figlia Ginevra e dai familiari, che ringraziano il personale sanitario e tutti coloro che hanno avuto in cura di lui. Dopo il successo come regista e interprete di film campioni al box office, la caduta e il declino

E’ morto stamani a Roma l’attore e regista Francesco Nuti. Aveva 68 anni ed era malato da tempo. 

A diffondere la notizia in una nota, la figlia Ginevra assieme ai familiari che ringraziano di cuore il personale sanitario e tutti coloro che lo hanno avuto in cura nel lungo periodo della malattia, in particolare il personale di Villa Verde di Roma. La data e il luogo delle esequie saranno comunicate nelle prossime ore. 

La famiglia chiede che sia rispettato il momento di grande dolore “e per questo motivo non intende rilasciare dichiarazioni”.

Attraverso una marcata cadenza dialettale e personaggi che giocano sul tentativo di riappropriarsi del ruolo dominante all'interno della coppia, Nuti ha interpretato commedie brillanti dai toni vagamente surreali che hanno avuto un successo strabiliante:
Attraverso una marcata cadenza dialettale e personaggi che giocano sul tentativo di riappropriarsi del ruolo dominante all’interno della coppia, Nuti ha interpretato commedie brillanti dai toni vagamente surreali che hanno avuto un successo strabiliante:

Attore e regista, campione di box office negli anni ’80

Francesco Nuti ha vissuto due vite: la prima da attore e regista – interprete di quel tipo di commedia romantica e agrodolce che ha avuto grande presa sugli autori comici delle generazioni successive- che con la sua leggerezza è stato campione di box office negli anni ’80; la seconda, ormai vittima della crisi del suo stesso cinema comico, segnata da un calvario di cadute, incidenti, accidenti e malattie, che dal 2006 lo avevano reso semi infermo.

Attraverso una marcata cadenza dialettale e personaggi che giocano sul tentativo di riappropriarsi del ruolo dominante all’interno della coppia, Nuti ha interpretato commedie brillanti dai toni vagamente surreali che hanno avuto un successo strabiliante: “Io, Chiara e lo Scuro”, “Casablanca, Casablanca”, “Tutta colpa del paradiso”, “Stregati”, “Caruso Pascoski di padre polacco”, “Willy Signori e vengo da lontano”, fino a “Donne con le gonne”, fortunata pellicola che nella stagione 1991/92 battè ogni record d’incassi, segnando il momento di maggior successo della sua carriera: ne fu sceneggiatore, regista e attore protagonista al fianco della bellissima Carole Bouquet.

Il trio comico i Giancattivi (a destra Francesco Nuti) nel 1979. Fu la trasmissione Rai Non stop a farli conoscere al grande pubblico

Gli esordi con i ‘Giancattivi’

Nato a Prato il 17 maggio 1955, Francesco Nuti esordisce come attore dilettante ancora studente, scrivendosi da sé i monologhi. Fu notato da Alessandro Benvenuti e Athina Cenci che lo vollero nel gruppo I Giancattivi, e proprio diretto da Benvenuti lavorò per la prima volta nel cinema in “Ad ovest di Paperino” (1981), rivisitazione del repertorio comico del terzetto toscano.

Abbandonato il trio, con il quale si era cimentato nel cabaret e aveva partecipato a trasmissioni televisive di successo, quali, per esempio, “Non stop” (1977-78) del regista Enzo Trapani su Raiuno, inizia la carriera solista prendendo parte, in veste di sceneggiatore ed interprete protagonista, ad alcuni film diretti da Maurizio Ponzi.

Per la regia di quest’ultimo ha recitato in tre film che ne hanno messo in luce l’originale comicità: “Madonna che silenzio c’è stasera” (1982), in cui replica il personaggio del film di Benvenuti e che lo rende popolare anche grazie alla canzone “Puppe a pera”; “Io, Chiara e lo Scuro”, con Giuliana De Sio, per il quale si è guadagnato particolari consensi; e “Son contento” (1983). Sono tre pellicole che gli danno grande notorietà: in particolar modo il ruolo di Francesco Piccioli, presente nel secondo titolo, con cui si aggiudica il David di Donatello ed il Nastro d’argento come migliore attore protagonista.

Francesco Nuti con Giuliana De Sio nel film "Io, Chiara e lo Scuro". Era il 1982
Francesco Nuti con Giuliana De Sio nel film “Io, Chiara e lo Scuro”. Era il 1982

Sulla scia del successo ottenuto, Nuti ha esordito anche nella regia, confermando i toni agrodolci della sua vena comica, con “Casablanca Casablanca” (1985), ancora accanto a Giuliana De Sio, che gli regala il secondo David di Donatello; il film, liberamente ispirato al classico “Casablanca” (1942) di Michael Curtiz, prosegue la storia di “Io, Chiara e lo Scuro”, ironizzando sui litigi di una coppia in crisi.

Sempre interprete dei suoi film, e spesso autore della sceneggiatura, Nuti si è mantenuto fedele a una comicità delicata, che però a tratti esplode in sfoghi nevrotici e attraverso la quale viene costantemente analizzato, in diversi contesti, il rapporto uomo-donna: da “Tutta colpa del Paradiso” (1985), con Ornella Muti che sarà al suo fianco anche in “Stregati” (1986), da “Caruso Pascoski (di padre polacco)” (1988), con la sua fidanzata Clarissa Burt, poi lasciata per l’attrice Isabella Ferrari che dirigerà in “Willy Signori e vengo da lontano” (1989), fino a “Donne con le gonne” (1991).

Francesco Nuti con Clarissa Burt nel 1988

Nel frattempo si dedica anche alla musica. Nel 1988 partecipa al Festival di Sanremo con la canzone “Sarà per te”, in seguito incisa anche da Mina, e, duettando con Mietta, con il brano “Lasciamoci respirare”, composto dal cantautore Biagio Antonacci.

Seguono film meno baciati dal successo: “OcchioPinocchio” (1994), ambiziosa rivisitazione del burattino di Carlo Collodi; “Il signor Quindicipalle” (1998), con una prorompente Sabrina Ferilli, basato sulla passione dell’attore per il biliardo – già al centro di “Io, Chiara e lo Scuro” e “Casablanca Casablanca” -, “Io amo Andrea” (2000), da lui stesso prodotto, e “Caruso, zero in condotta” (2001). Dopo un periodo difficile, torna sul set con Benvenuti in “Concorso di colpa” (2005) di Claudio Fragasso, sua ultima interpretazione cinematografica.

La crisi dopo il grande successo

I tiepidi consensi ai botteghini di fine anni ’90, non paragonabili ai successi del decennio precedente, provocano a Nuti una profonda depressione e problemi di alcolismo e le cronache del 2003 accennano anche a un tentato suicidio.

Ma il destino ha un’ultima beffa per lui, alla vigilia del ritorno sul set: il 3 settembre 2006, cade dalle scale della sua abitazione, sbatte la testa e viene ricoverato d’urgenza al Policlinico Umberto I di Roma per un grave ematoma cranico che lo manda in coma.

Si risveglia il 24 novembre 2006 e viene trasferito all’ospedale Versilia di Lido di Camaiore (Lucca), sede di un centro specializzato nella riabilitazione neuromotoria. Tre anni dopo torna nella sua casa di Prato, assistito dal fratello Giovanni – medico,  compositore e suo collaboratore in diversi film – ma ha difficoltà serie agli arti e difficoltà di linguaggio. Non è più autonomo ed è costretto a vivere su una sedia a rotelle.

Nel gennaio 2016 Nuti è salito alla ribalta della cronaca per una vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto suo malgrado: il suo badante georgiano di 35 anni viene denunciato per maltrattamenti nei suoi confronti. Un anno dopo il licenziamento, il georgiano viene arrestato perché accusato di far parte di una banda di connazionali dedita ai furti nei negozi.

Nel settembre dello stesso anno, viene ricoverato nel reparto di rianimazione del Cto dell’ospedale fiorentino Careggi per una emorragia cerebrale.

Negli anni successivi è stato in cliniche riabilitative a Roma e nel 2017 la figlia Ginevra, nata dalla relazione con l’attrice Annamaria Malipiero, disse in un’intervista che aveva chiesto di essere l’unica tutrice del padre: “Adesso che sono maggiorenne, nessuno meglio di me possa prendersi cura di lui”.

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Pubblicato inSpettacolo

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