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Il duello degno della grande letteratura tra Lionel Messi e Kylian Mbappè ha messo il fuoriclasse argentino sul treno per la storia

Non sarà il miglior mondiale mai visto. Checché ne dica Gianni infantino si può discutere eccome sulla sua incauta affermazione per cui conterebbe di più la gente che ha voglia di veder giocare dei diritti umani in questione per consentire il gioco. Di sicuro è stata la miglior finale che un mondiale si potesse augurare, finita una volta all’ottantesimo sul 2-0 per l’Argentina – con la Francia fin lì cugina povera della stessa che aveva battuto l’Inghilterra solo pochi giorni fa – e poi ricominciata tre volte: 2-0; 2-1, 2-2, 3-2, 3-3. E rigori. Una finale piena di colpi di scena e di gioco: individuale, di squadra e di squadre. 120 e rotti minuti di calcio e non un istante di noia, rarità nel pallone di questi tempi (vero Brasile?).

Il duello atteso tra i due cavalieri senza macchia e senza paura non avrebbe potuto essere onorato di più: tre gol Messi (più un numero imprecisato di assist) quattro di Mbappé (rigori compresi): una sfida degna della migliore letteratura, cappa e spada o fantasy a scelta secondo le preferenze. Ma la pulce in Qatar aveva gli occhi di tigre, ed era nell’aria che alla fine Lionel Messi si sarebbe preso l’unico titolo che gli mancava, per salire al volo all’ultima occasione utile sul treno per la partita con la storia (con Maradona, Pelè; Schiaffino e Di Stefano): aveva fame di mondiale, lo voleva come nessuno e se lo è preso come solo i campioni sanno fare: segnando e passando palla per far segnare. Non da solo, ma nella geometria variabile dei rimbalzi con De Maria e De Paul foriera di cose magiche come la sequenza di passaggi di prima che ha condotto al primo gol: uno schema a forma di saetta che forse vale – genio di squadra contro genio individuale – il dribbling con cui Maradona scartò mezza Inghilterra. Perché in questa partita se ne sono giocate almeno tre: Argentina vs Francia; Messi vs Mbappè; Messi vs Maradona. Le prime due si sono consumate ed esaurite stasera ai rigori sul 7-5 per l’Argentina, la terza penderà all’infinito sul prosieguo della storia come un ponte sospeso perché non c’è campo che possa decidere chi vince tra Verdi e Mozart, tra Caravaggio e Michelangelo. Si tratta solo di godersi la bellezza che hanno dispensato. Ma c’è già chi si chiede se Francia -Argentina 2022 non se la giochi con Italia – Germania 4-3: la partita del XXI secolo contro quella del XX.

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