Democratico, ex governatore (il primo ebreo) dello Stato per il quale il presidente è stato senatore quasi 40 anni. Beau Biden voleva correre per succedergli
La Casa Bianca è vicina all’ufficializzazione della nomina del nuovo ambasciatore in Italia, che è stato già individuato ed è una persona vicina al presidente Joe Biden. Secondo indiscrezioni si tratta di Jack Markell, 62 anni, attuale ambasciatore all’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Nominato nel 2021, Markell ha iniziato il suo incarico, con sede a Parigi, nel gennaio 2022. Nel 2021, durante l’evacuazione di civili afghani dopo il ritiro degli Stati Uniti dal Paese, è stato il coordinatore della «Operation Allies Refuge» che mirava ad aiutare coloro che avevano collaborato con gli Stati Uniti.
In precedenza è stato prima tesoriere (dal 1999 al 2009) e poi governatore del Delaware, lo Stato di Biden, dal 2009 al 2017. Fu il primo governatore ebreo del Delaware. La prima volta batté il suo rivale repubblicano con ampio vantaggio (67%), mentre nelle primarie democratiche aveva prevalso con il 51% del voti. La cerimonia di insediamento avvenne a mezzanotte e un minuto il 20 gennaio 2009, in linea con la legge del Delaware che richiede che si faccia il terzo martedì di gennaio: nel 2009 quella data coincideva con l’insediamento di Barack Obama come presidente degli Stati Uniti, con Biden come vice e in questo modo Markell voleva lasciare la giornata libera per la celebrazione dei nuovi inquilini della Casa Bianca, secondo il sito ufficiale dello Stato.
Il figlio di Joe Biden, Beau, prima di morire di cancro al cervello nel 2015, era procuratore generale del Delaware e si era candidato alla poltrona di governatore che Markell avrebbe lasciato dopo due mandati. Alla morte di Beau Biden, Markell disse. «Se avesse corso, avrebbe vinto. E se avesse vinto sarebbe stato un governatore bravissimo».
La sede diplomatica di Roma avrà così per la prima volta un ambasciatore dopo più di due anni. Il predecessore, Lewis Eisenberg, nominato da Donald Trump, ha completato il mandato il 17 gennaio 2021.
Lo scorso 4 luglio, quando Nancy Pelosi, allora speaker democratica della Camera, diede il benvenuto ad uno ad uno agli ospiti dell’ambasciata americana a Roma per la festa dell’Indipendenza al fianco dell’allora Incaricato d’affari Thomas Smitham — oggi sostituito da Shawn P. Crowley — tutti dicevano che era venuta a prendere le misure a Villa Taverna e che sarebbe diventata presto ambasciatrice. Una voce alimentata anche dall’apparente assenza di altri candidati. Ma poi quella voce era stata smentita lo scorso novembre dal suo portavoce.
Nei giorni scorsi, pur tacendo sulla questione di chi sarà il nuovo ambasciatore e la tempistica della sua ufficializzazione, una funzionaria del dipartimento di Stato ha detto in una intervista con il Corriere: «Che ci sia o meno un ambasciatore — e nella speranza che ce ne sarà uno presto — è importante sottolineare che la sua assenza in questi anni non ha danneggiato i nostri rapporti diplomatici, che sono forti e robusti, e si accompagnano ad una forte relazione militare: abbiamo oltre 30.000 militari ospitati in Italia. Dobbiamo guardare anche ai benefici di tutto questo». Alla domanda sulle ragioni per cui la scelta ha richiesto tempo, la funzionaria indicava «le dinamiche della transizione, del Congresso e soprattutto del Covid».
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