Mentre la guardia costiera si rimboccava le maniche per cercare di trarre in salvo i cinque scomparsi, ho sentito dire: “Soldi sprecati per cercare miliardari viziati”
Io di fronte alle tragedie so starci solo in silenzio. E se mi viene voglia di parlare, rubo le parole agli altri, perché io non ne ho. Le prendo dalla letteratura, per capire; e le chiedo alla fede, per sperare.
Con il sommergibile Titan di tragedie se ne sono consumate due.
La prima riguarda i cinque a bordo. Da una situazione radiosa di partenza (l’avventura, la temerità), il rovesciamento totale, e infine la disgrazia. Riaffiorano in me scene e parole delle antiche tragedie greche e dei miti. Serse rovesciato dalla sua fortuna per aver osato incatenare il mare. Icaro precipitato perché aveva preteso di dominare i regni dell’aria. La natura non è nostra amica, ci precede e di noi è più forte. È affare di Dio e mistero e osare superare i limiti che ci sono imposti è ùbris (tracotanza). E, insegnano gli antichi, sempre viene punita. Una pazzia (manìa, furor) che s’impadronisce dell’uomo e lo conduce alla rovina.
Certo, poteva non implodere. Ma è imploso. La tragedia è uno schema possibile. La tragedia è una struttura sottesa alla nostra realtà, e talora si manifesta.
Solo dei miliardari
Ma si è verificata in questi giorni una seconda tragedia, e, mi perdonino le cinque vittime, è stata peggiore. La tragedia di un popolo dal cuore di cenere. Mentre la guardia costiera si rimboccava le maniche per cercare di trarre in salvo i cinque scomparsi, da più parti ho sentito voci, troppe voci, voci comode, voci al computer, mormorare e ridere. “Soldi sprecati per cercare miliardari viziati, quando i migranti muoiono come mosche”, e altro, irripetibile.
Diceva un personaggio di Terenzio: homo sum, humani nil a me alienum puto. Sono un uomo, nulla di ciò che riguarda gli uomini mi è estraneo. Questo chinarsi sul prossimo, riconoscere sé stesso nell’altro, mettersi nei suoi panni, tendere una mano; questo sentimento di humanitas e di pietas non c’è stato bisogno di attendere Cristo per concepirlo.
Verrebbe da dire stronzi
Ma adesso, che ne è stato?
Ideologia e cinismo. Nichilismo. La tragedia più grave è quella che si è consumata nel petto di chi per quei cinque non ha sofferto, e si è trovato pseudo-ragioni per puntare il dito e lasciarli andare a fondo. Sepolcri imbiancati, abbastanza poveri e arguti per permettersi di condannare gli altri. Disgraziati. Verrebbe da dire stronzi.
Mio padre mi fece vedere il film Black Hawk Down. Propongo di tornare a guardarlo. Mio padre voleva spiegarmi che nessuno va abbandonato. Mai. Forse a questi è mancato un padre.
Pietà, Signore, per questi morti nel mare e per quelli che camminano.
Carlo Simone