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L’esercito degli Stati Uniti ha testato con successo un nuovo veicolo terrestre per lanciare i missili da crociera Tomahawk. Il sistema è noto ufficialmente come Typhon Weapon System e può usare anche i missili Sm-6 “Standard”, quindi avere sia capacità di attacco terrestre che da difesa aerea e antimissili balistici.

Il sistema Typhon ha quattro lanciatori verticali montati su semirimorchio, un posto di comando, oltre a veicoli di ricarica e supporto tutti su rimorchi. I dati di lancio (anche di tracciamento per quanto riguarda gli Sm-6) sono forniti da fonti esterne, e una batteria completa utilizza quattro veicoli di lancio, per un totale quindi di 16 missili pronti al fuoco. La variante SM-6 più aggiornata attualmente in servizio, la Block Ia, è un missile superficie-aria utilizzato dalla Us Navy ma ha anche capacità di colpire bersagli terrestri, mentre il Tomahawk è principalmente un missile da attacco terrestre, ma le versioni attuali hanno anche una certa capacità antinave.

La nuova variante Block Ib dell’Sm-6 è attualmente in fase di sviluppo e si prevede che avrà velocità ipersoniche e altre capacità migliorate e si ritiene che potrebbe essere usata dal sistema Typhon.

L’esito del test

Tornando al test missilistico, il Rapid Capabilities and Critical Technologies Office dell’esercito statunitense lo ha annunciato il 28 giugno, ma il lancio del missile Tomahawk è avvenuto il giorno prima. Questo test è avvenuto circa sei mesi dopo il successo del lancio di un missile Sm-6 e ha confermato la piena operatività del sistema, pertanto l’esercito statunitense si aspetta di avere la prima batteria di Typhon in servizio – con un iniziale livello di capacità operativa – entro la fine di settembre di quest’anno.

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L’Us Army si aspetta di usare il Typhon principalmente contro obiettivi terrestri usando entrambi i vettori lanciabili, ma l’Sm-6 è al momento l’unico vettore che sarà in grado di poter intercettare i missili ipersonici (comprese le testate Hgv – Hypersonic Glide Vehicle), quindi è molto probabile che la batteria abbia un uso duale: da attacco terrestre e per difesa antimissile.

Questi nuovi lanciatori, secondo quanto riportato da The Drive, dovrebbero far parte delle difese aeree e missilistiche che le forze armate statunitensi stanno allestendo sull’isola di Guam, nell’arcipelago delle Marianne, per rafforzarne la capacità di resiste a possibili attacchi missilistici cinesi che potrebbero facilmente essere portati con classici missili balistici a raggio intermedio e con vettori ipersonici.

Essendo il canister di lancio del Typhon derivato dal sistema verticale di lancio (Vls – Vertical Launch System) Mk41 di uso navale – e in dotazione a numerose unità dei Paesi Nato o alleati degli Stati Uniti – si ritiene che possa già utilizzare una vasta gamma di vettori, e in futuro altri potrebbero esservi integrati.

Il Typhon è mutuato strettamente dalla marina statunitense e si vede: il suo sistema di controllo del fuoco è derivato da quello dell’Aegis utilizzato sui cacciatorpediniere Arleigh Burke. L’esercito e la marina Usa hanno lavorato, a loro volta, a stretto contatto coi Marines, che stanno acquisendo la propria capacità di lanciare i missili da crociera Tomahawk da terra lavorando a un lanciatore più piccolo basato sul mezzo 4×4 Joint Light Tactical Vehicle (Jltv), ma ci sono dubbi sulla fattibilità di tale combinazione.

Il trattato Inf e il possibile impiego operativo

Con questo test l’esercito statunitense compie un altro passo avanti nel miglioramento delle proprie capacità di attacco in profondità: recentemente è arrivato il test – solo relativo alla capacità expeditionary però – del nuovo vettore ipersonico Lrhw (Long-Range Hypersonic Weapon), e inoltre l’U.S. Army sta sviluppando un nuovo missile balistico a corto raggio denominato Precision Strike Missile (PrSM). Il PrSM può essere lanciato dai veicoli degli M-270 Himars, e l’esercito Usa sta anche studiando la possibilità di usarli per missili a lungo raggio.

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Coi vettori da crociera Tomahawk il sistema Typhon permetterà allo Us Army di colpire bersagli sino a circa 1800 chilometri e la sua mobilità consentirà di poter disporre rapidamente di capacità di interdizione multiruolo tali da stabilire una bolla Anti Access/Area Denial insieme ad altri sistemi. Quello che più conta però è che l’esercito Usa avrà un sistema di attacco terrestre basato su un missile da crociera capace di colpire in profondità, e questo è stato possibile – ancora una volta – grazie alla fine del Trattato Inf sulle forze nucleari medie e intermedie che, finché era in vigore, vietava agli Stati Uniti e alla Russia di costruire, possedere e schierare non solo missili balistici a raggio medio e intermedio, ma anche vettori da crociera basati a terra e loro lanciatori.

Sarà però difficile vedere lo schieramento di questi sistemi in Europa, come era avvenuto durante la crisi degli euromissili negli anni ’80, in quanto gli Stati Uniti stanno rivoluzionando il loro arsenale missilistico per cercare di contrastare la superiorità cinese in questo settore.

Come sappiamo, l’Esercito Popolare di Liberazione possiede un gran numero di missili balistici di diverse classi (a raggio corto, medio e intermedio), alcuni anche dotati di Hgv o comunque con testate dalle capacità manovriere migliorate rispetto ai classici Marv (Maneuverable Reentry Vehicle), che in caso di conflitto verrebbero usati per un attacco contro obiettivi nel Pacifico Occidentale. Questa superiorità – insieme allo sviluppo della flotta – consente a Pechino di avere capacità A2/AD in varie regioni strategiche, incluso il conteso Mar Cinese Meridionale dove le azioni diventano sempre più aggressive, nonché rappresenta un significativo deterrente non nucleare.

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Risulta quindi chiaro che gli Stati Uniti, che non hanno potuto sviluppare strumenti di pari livello per via dell’adesione al Trattato Inf, ora cerchino di recuperare il terreno perduto e di schierare altrettanti sistemi basati a terra per acquisire lo stesso livello di deterrenza. Resta però il nodo di dove verrebbero schierati sistemi come il Typhon in quanto alcuni alleati degli Usa nell’Indo-Pacifico hanno dichiarato di non essere interessati a ospitare questo particolare tipo di sistemi di attacco.

Sebbene sia difficile vederli in Europa, è opportuno riportare che nel 2021 l’esercito Usa ha riaperto in Germania un comando per eventuali future unità di fuoco a lungo raggio. Lo stesso comando che aveva alle sue dipendenze i missili Pershing e Pershing II durante la Guerra Fredda. Curiosamente, ma non troppo, il nome Typhon ricorda molto da vicino quello di un altro sistema per missili da crociera usato proprio in Europa durante quegli anni: il Bgm-109G Gryphon che avevano carica atomica. I Tomahawk dell’esercito statunitense, però, saranno tutti a testata convenzionale in quanto la stessa Us Navy ha rinunciato a schierare questi vettori armati di testata nucleare W80 sin dal 2013.

Paolo Mauri

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