L’ultima follia che si è verificata nella scuola elementare De Amicis di Agna, in provincia di Padova, è un esempio agghiacciante di come la nostra società stia perdendo il senso della propria identità e tradizione. In un atto che rasenta l’assurdo, le maestre hanno deciso di sostituire il nome di Gesù con la parola “Cucù” durante la recita natalizia. Questa decisione, presa per non offendere le famiglie di altre fedi, rappresenta un’incomprensibile e pericolosa distorsione dei nostri valori fondamentali.
La Natività, elemento centrale del Natale, è un simbolo intriso di significato religioso e culturale. Modificare un elemento così fondamentale per accontentare una presunta sensibilità multiculturale non è solo irresponsabile, ma è una vera e propria eresia culturale. Questa sorta di “censura” non solo insulta la fede cattolica, ma anche ignora la ricchezza e l’importanza delle nostre tradizioni.
Il padre di uno degli alunni, Francesco, ha espresso il suo sconcerto di fronte a questa decisione, sottolineando come nemmeno i genitori siano stati informati o coinvolti in questa scelta. Questo tipo di decisioni unilaterali, prese senza un adeguato dibattito o considerazione per le opinioni delle famiglie coinvolte, sono indicative di un approccio educativo che non rispetta la diversità delle opinioni e delle fedi.
Anche il sindaco Gianluca Piva e il parroco don Fabio Bettin sono stati coinvolti, ma sembra che non sia stato fatto abbastanza per affrontare adeguatamente la questione. Il fatto che anche l’autore del saggio, Josè Angel Ramìrez Ragoitia, sia rimasto sorpreso dalle modifiche apportate, dimostra ulteriormente quanto questa scelta sia stata inopportuna e inappropriata.
Le famiglie, giustamente indignate, hanno iniziato a protestare, con alcuni genitori che hanno deciso di non mandare i propri figli a scuola in segno di dissenso. Questa decisione è un chiaro segnale del profondo disagio che tale scelta ha provocato nella comunità. La scuola dovrebbe essere un luogo dove si insegna il rispetto per tutte le fedi, senza però cancellare o alterare i simboli che sono alla base della nostra cultura e della nostra storia.
Le chat tra i genitori hanno rivelato un sentimento di irritazione e frustrazione diffuso, una reazione comprensibile di fronte a una decisione che sembra ignorare il valore della nostra eredità culturale e religiosa. Questo episodio non è solo una questione di religione, ma parla di un problema più ampio: la perdita di identità culturale e di rispetto per le tradizioni che hanno plasmato la nostra società.
Non possiamo permettere che la nostra storia e le nostre tradizioni vengano cancellate o alterate in nome di un malinteso concetto di inclusività. L’atto di sostituire Gesù con “Cucù” nella recita natalizia è un esempio lampante di come si stia andando troppo lontano nel tentativo di essere “politicamente corretti”.
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