In un universo parallelo dove la commedia incontra la tragedia greca, il recente rapporto del procuratore speciale Robert Hur ha scatenato un pandemonio, degno di un’opera shakespeariana, all’interno della Casa Bianca. Ah, povero Joe Biden! Lontano dall’essere l’eroico Ulisse che naviga verso la rielezione, si è ritrovato più simile a Re Lear, con un regno che vacilla sotto il peso della tempesta.
Il procuratore Hur, con la leggerezza di un elefante in una cristalleria, ha definito il nostro eroico Biden “un uomo anziano e con scarsa memoria”. Ah, la dolce ironia! Come se il tempo non avesse mai sfiorato i capolavori di Michelangelo, così il tempo pare essersi divertito a giocare con la memoria del nostro presidente. Ma Biden, nella sua infinita saggezza, ha rapidamente convocato una conferenza stampa, forse dimenticandosi di averla già convocata, per proclamarsi “la persona più qualificata in questo Paese per essere presidente”. E chi potrebbe dubitarne? Solo chi si lascia sfuggire dove ha parcheggiato la macchina, figuriamoci ricordarsi degli impegni presidenziali.
Ma la tragedia non finisce qui. Come un coro greco, i democratici hanno reagito con un misto di frustrazione e rabbia, sentimenti che si addicono più a un funerale che a una festa di compleanno. E poi, oh sorpresa, il Wall Street Journal ci informa che i democratici sono seriamente preoccupati. Ma davvero? Chi l’avrebbe mai detto! Preoccupati che il loro comandante in capo possa aver confuso il presidente egiziano al-Sisi con il presidente del Messico durante una conferenza stampa.
E mentre i sondaggi piovono come grandine in piena estate, con l’86% degli americani che considera Biden troppo anziano per un altro mandato, si alza il sipario su un’altra scena della commedia. Immaginate: il presidente, con la sua età avanzata, visto come un novello Matusalemme incapace di governare. Ma attenzione, perché il 73% dei democratici concorda. Eppure, nella saggezza infinita della politica americana, chi potrebbe convincere il nostro eroe a cedere il testimone? La first lady, Jill Biden, l’unico faro di ragione in un mare di follia, che cerca di limitare l’esposizione pubblica del marito. Forse perché, in tempi di pandemia, era più facile nascondere le gaffe dietro le mascherine.
E in questo caos, mentre la stampa liberal e l’opinione pubblica cercano disperatamente un’alternativa, spuntano nomi come Kamala Harris, popolare quanto un dentista in un paese di zuccherieri, o l’ex first lady Michelle Obama, un’ipotesi talmente improbabile da sembrare un sogno febbrile.
In conclusione, cari lettori, questa saga politica americana ci offre uno spettacolo senza precedenti, dove l’ironia e il sarcasmo sono gli unici vincitori. E mentre Joe Biden tenta di parare i colpi, noi ci prepariamo al prossimo atto di questa commedia, ricordandoci che, in fondo, la politica è la più grande forma di intrattenimento mai concepita dall’uomo. La cortina si chiude, ma lo spettacolo, ah, lo spettacolo continua!