Brezza o bufala? La riscoperta del vento giallorosso dalla Sardegna
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E così, signore e signori, dopo il tumultuoso teatro delle elezioni regionali in Sardegna, eccoci catapultati in una realtà parallela dove il trionfo della grillina Alessandra Todde è venduto come l’inizio di un’era strabiliante, un capolavoro politico mai visto prima d’ora. Leggendo i titoli dei giornali del gruppo Gedi, uno potrebbe pensare di essere finito in un universo alternativo dove “Il campo giusto della sinistra, ora, può spiccare il volo”. Ah, l’arte del sogno, della fantasia spacciata per realtà!
Non potevano certo mancare i nostri eroi della narrazione, i leader che, con un colpo di bacchetta magica retorica, trasformano una vittoria locale in una rivoluzione cosmica. Elly-pop Schlein vede “cambiare il vento”, mentre Giuseppi Conte, quel vecchio lupo di mare, annuncia che questo “vento nuovo” soffia “dalla Sardegna verso il continente”. Un party di parole, di iperboli che sfiorano l’ossimoro, sintomatico di una disperata astinenza di vittorie che dura da un anno e mezzo.
Ma, oh sorpresa, questo presunto rinnovamento politico sa più di riciclo che di rivoluzione. Ci ritroviamo di fronte a un tentativo maldestro di vendere come novità un’aria viziata che cerca di rientrare dalla finestra, camuffata da fresca brezza. Non ci vuole un set sardo per capire che stiamo assistendo alla replica di un film già visto, un sequel di un horror che ha lasciato il pubblico italiano a bocca aperta: “Conte 2 – Il ritorno”.
I volti nuovi, attori di questa commedia? Un cast riciclato dalla stagione giallorossa: l’immortale Dario Franceschini, Francesco Boccia, Roberto Speranza, Roberto Fico e via discorrendo. E per quanto riguarda le new entry? Elly-pop Schlein, che dopo un anno dalla sua ascesa (inaspettata) alla segreteria del PD, rischia già di essere relegata a un ruolo di supporto, quasi una comparsa nel grande teatro guidato dall’ex premier, maestro nell’arte di assumere il controllo dell’unica vittoria raggiunta dall’inizio della legislatura.
Il ruolo di protagonista? Ben saldo nelle mani di Giuseppi, sempre più al centro della proposta politica delle opposizioni. E il risultato? Ahimè, già noto a tutti coloro che hanno vissuto l’esperienza del suo governo: sussidi divisivi, debito “cattivo”, Superbonus, smantellamento delle politiche di controllo dell’immigrazione, attacchi alla proprietà privata.
Con l’appoggio di Elly-pop, questo nuovo-vecchio fronte giallorosso promette di radicalizzare l’agenda dell’esecutivo: antifascismo a oltranza, eco-fanatismo, rivendicazioni LGBT, lotta senza quartiere alle infrastrutture, e un odio sociale (e fiscale) verso il ceto medio. Una politica estera filo-cinese (ma, si guardi bene, rigorosamente anti-russa), completamente fuori sincrono con le socialdemocrazie globali, che trasforma questo scenario in un vero e proprio incubo, difficile da realizzare al di fuori delle alleanze locali e ancor meno credibile come opzione di governo. Un incubo, per fortuna, confinato solo alle colonne dei giornalucoli compiacenti.