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Gioventù e violenza: cocktail esplosivo nel mondo digitale

Ah, i giovani d’oggi! Li abbiamo riempiti di smartphone, connessi a internet e adesso ci sorprendiamo se, invece di fare scambi di figurine, si scambiano pugni nei parcheggi. Ma guardiamoci negli occhi: chi è davvero il colpevole di questa ondata di violenza e aggressività tra i nostri adorabili adolescenti?

La pandemia: non solo mascherine, ma anche collera

Partiamo da un colpevole ovvio, la pandemia di COVID-19. Rinchiusi nelle loro stanze, i ragazzi hanno scambiato i parchi per le chat room e i compiti per le videochiamate. Risultato? Ansia, depressione e, sì, una buona dose di aggressività repressa che adesso esplode come un vulcano. Secondo l’Istituto degli Innocenti, la pandemia ha amplificato lo stress familiare e sociale, creando un terreno fertile per la violenza​ (Istituto Degli Innocenti)​​ (Psiconline)​.

La rete: social o asocial?

Poi ci sono i social network, quei meravigliosi strumenti che dovevano connetterci tutti in un grande abbraccio virtuale e che invece hanno creato una generazione di zombie affamati di “like” e di approvazione. Su piattaforme come TikTok e Instagram, la violenza diventa spettacolo, con risse organizzate e condivise in tempo reale. Questo crea un effetto di emulazione che trasforma l’aggressività in moda​ (Il Bo Live UniPD)​.

Droghe e alcol: ricetta perfetta per il disastro

Non dimentichiamo il vecchio, caro, sempreverde problema dell’abuso di sostanze. Il consumo di alcol e droghe tra i giovanissimi è in aumento, complicando ulteriormente la gestione delle emozioni e delle relazioni sociali. Come riportato da ilSole24Ore, la combinazione di alcol, cannabis e altre droghe potenti rende la situazione esplosiva, aumentando la propensione alla violenza​ (Alley Oop)​.

Una scuola senza botte?

La scuola, ah, il tempio dell’educazione, dove i nostri ragazzi dovrebbero imparare il rispetto e la convivenza civile. Eppure, la cronaca ci racconta un’altra storia, fatta di bullismo, cyberbullismo e insegnanti incapaci di gestire situazioni sempre più complesse. La necessità di una rete di prevenzione e supporto è evidente, ma chi se ne occupa? Siamo sinceri, la prevenzione è spesso una bella parola che resta chiusa nei cassetti delle buone intenzioni​ (La Mente è Meravigliosa)​​ (FrancoAngeli)​.

Genitori: eroi o complici?

E che dire dei genitori? Tra chi giustifica ogni comportamento del proprio pargolo e chi si arrende davanti a uno schermo, l’autorità genitoriale sembra un ricordo del passato. Serve una rivoluzione culturale che riporti l’educazione emotiva al centro del processo di crescita. Solo così potremo sperare di ridurre l’aggressività e la violenza tra i giovani​ (La Mente è Meravigliosa)​.

Soluzioni? Non semplici, ma necessarie

Non esistono soluzioni facili, ma qualcosa si può fare. Investire in programmi di supporto psicologico, migliorare la comunicazione tra genitori e figli, limitare l’uso improprio dei social media e promuovere un’educazione emotiva efficace sono passi indispensabili. È una sfida enorme, ma ignorarla significa prepararsi a un futuro di crescente violenza e disgregazione sociale​ (Istituto Degli Innocenti)​​ (Fanpage)​.

La violenza tra i giovani non è un problema isolato, ma il sintomo di una società in crisi. La responsabilità è di tutti: famiglie, scuole, istituzioni. E forse, solo forse, guardare meno Netflix e parlare di più potrebbe essere un buon inizio.

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