Benvenuti nel magico mondo dell’auto elettrica, quel miraggio green che promette di salvare il pianeta e il portafoglio. Sì, avete capito bene, “promette” è la parola chiave qui, perché la realtà è ben diversa. Ci siamo cascati tutti come pere cotte nel credere che l’auto elettrica fosse la panacea per tutti i mali, dall’inquinamento al caro carburante. E ora? Ora ci ritroviamo con una stangata che fa impallidire anche il più sfrontato dei politicanti.
La resistenza al cambiamento o il (buon)senso comune?
In Italia, diciamocelo, le auto elettriche non sfondano. E non è perché siamo retrogradi o attaccati al nostro bel motore a combustione. No, è perché non siamo scemi. Forse siamo lenti a cambiare, ma non abbastanza da non vedere che il Re è nudo. La tanto decantata “rivoluzione green” è un po’ come la dieta dell’ultimo minuto: un’illusione che ci fa sentire meglio, ma che alla fine ci lascia solo con un buco nello stomaco. O in questo caso, nel portafoglio.
I costi: dal sogno alla realtà
E parliamo di soldi, perché alla fine, è sempre lì che si arriva. Secondo l’analisi del Centro Studi Unem (Unione Energie per la Mobilità), il costo di ricarica delle auto elettriche potrebbe quadruplicare entro il 2030. Avete capito bene, quadruplicare! Parliamo di cifre che fanno girare la testa: da 0,30-0,40 euro/kWh attuali a ben 1,27 euro/kWh. Una bella botta, no? Immaginatevi di dover pagare il quadruplo per ricaricare la vostra auto rispetto ad oggi. Ma, attenzione, questo è solo l’inizio.
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Il Pniec e la grande illusione
Il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) ci promette 6,6 milioni di vetture ricaricabili sulle strade italiane entro il 2030. Wow, sembra un numero impressionante, vero? Peccato che questo sogno verde abbia un prezzo salatissimo. Si parla di una riduzione di 5 milioni di tonnellate di carburanti liquidi, il che suona bene finché non si considera il rovescio della medaglia: una perdita di gettito fiscale di circa 3,8 miliardi di euro. E chi paga alla fine? Esatto, noi, i poveri consumatori, già spremuti come limoni.
La tassazione sulle ricariche: la nuova mazzata
Ed ecco la ciliegina sulla torta: per compensare la perdita di gettito fiscale, l’esecutivo potrebbe aumentare la tassazione sulle ricariche elettriche. Una tassa che potrebbe arrivare a 1,27 euro/kWh. In altre parole, quattro volte il costo attuale per le auto elettriche e il doppio rispetto a quello sostenuto oggi con un’ibrida plug-in. Insomma, siamo passati dall’essere “salvatori del pianeta” a “vittime del sistema”. Bella fregatura, no?
La realtà dei fatti
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è già al lavoro per trovare soluzioni. Bene, penserete, finalmente qualcuno che pensa a noi consumatori. Ma non facciamoci illusioni, perché la storia insegna che quando si tratta di tasse e balzelli, il conto lo paghiamo sempre noi. E le soluzioni “eque” tanto decantate, spesso si traducono in nuove tasse mascherate.
Il verdetto finale
La verità, signore e signori, è che siamo davanti all’ennesima bufala verde, venduta come la soluzione a tutti i mali del mondo. L’auto elettrica, con i suoi costi esorbitanti e le sue promesse non mantenute, è l’ennesima dimostrazione che l’ideologia talebana green è lontana dal più onesto buonsenso. La realtà è che, senza un serio intervento a sostegno dei consumatori, ci ritroveremo con l’ennesima mazzata, tutto in nome di un’illusione. E il tempo delle chiacchiere è ormai finito. Basta con le false promesse, basta con le illusioni. È ora di affrontare la realtà: le auto elettriche, così come sono oggi, non sono la soluzione, ma parte del problema.
Il grande spettacolo cinese
Ah, ma non dimentichiamo la Cina, il grande spettacolo green! Qui l’ideologia green sembra aver preso piede, con milioni di auto elettriche che invadono le strade. Ma guardiamo bene: dietro le luci abbaglianti del progresso si nasconde una realtà fatta di inquinamento industriale senza pari, produzione di batterie che devastano l’ambiente e un governo che controlla tutto. È questo il futuro che vogliamo? Una dittatura verde mascherata da progresso?
La grande truffa green
Insomma, il mito dell’auto elettrica si scontra con la realtà dei fatti. Una realtà fatta di costi esorbitanti, infrastrutture inadeguate e una tassazione che rischia di schiacciare i consumatori. È ora di smettere di credere alle favole e guardare in faccia la realtà: la strada verso un futuro sostenibile non passa necessariamente per le auto elettriche, almeno non nella forma in cui ci vengono proposte oggi. È una grande truffa verde, una trovata di marketing travestita da salvacondotto per l’anima. E noi, i consumatori, siamo le vittime di questa grande illusione.
Ecco, forse è il momento di svegliarsi e smettere di credere a Babbo Natale, o in questo caso, a Babbo Elettrico. Perché, alla fine, il vero regalo che ci viene lasciato sotto l’albero è una bella tassa in più e un portafoglio sempre più vuoto. E la tanto decantata “rivoluzione green”? Quella la lasciamo ai cinesi, che di spettacoli di propaganda se ne intendono.