“La fornitura di armi offensive a Kiev porterebbe a un disastro globale”.
Nel giorno 333 della guerra, lo speaker della Duma russa Viacheslav Volodin evoca durissime ritorsioni di Mosca per il sostegno militare occidentale all’Ucraina, soprattutto se dovesse materializzarsi con l’invio dei tank. “Se Washington e i Paesi della Nato inviano armi da impiegare per attaccare città pacifiche o per tentare di occupare le nostre terre, una minaccia che è stata fatta, questo provocherebbe una reazione con l’uso di armi ancora più potenti”, ha inveito il presidente della Camera bassa russa, mentre resta lo stallo sui Leopard tanto richiesti dalle forze ucraine per ottenere un chiaro vantaggio offensivo sugli invasori.
Promettendo “tutto il sostegno necessario” a Kiev, da Parigi il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha difeso la cautela tedesca sulla fornitura dei tank, sottolineando che “il modo in cui noi abbiamo agito in passato è stato sempre in stretto coordinamento con i nostri amici ed alleati, e continueremo ad agire in funzione della situazione concreta”.
La Germania è pronta ad autorizzare la Polonia ad inviare carri armati Leopard all’Ucraina. Lo ha affermato la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock.
La questione della fornitura di carri armati Leopard a Kiev avrebbe causato tensioni tra Stati Uniti e Germania tali da provocare uno scontro tra il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, e il più stretto consigliere del cancelliere tedesco Olaf Scholz, Wolfgang Schmidt. A sostenerlo è il Süddeutsche Zeitung in un articolo rilanciato dai media ucraini. Secondo la pubblicazione, Washington si sarebbe particolarmente indignata per il fatto che il governo tedesco abbia pubblicamente stabilito condizioni per la fornitura dei Leopard all’Ucraina, accettando il trasferimento solo se gli Stati Uniti avessero fornito i loro tank Abrams. “Gli alleati Nato della Germania hanno reagito con aperta incomprensione o rabbia malcelata alla decisione del cancelliere Olaf Scholz di non promettere di fornire all’Ucraina carri armati Leopard. Il tono nel governo degli Stati Uniti è stato particolarmente tagliente”, si legge nell’articolo. Secondo quanto riferito, Austin avrebbe tentato invano alla riunione di Ramstein di ottenere impegni per la fornitura dei carri tedeschi. La pubblicazione riporta il disaccordo di Austin con il più stretto collaboratore di Scholz e che l’incontro tra i funzionari sarebbe stato “teso”. Inoltre, secondo il giornale, il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente degli Stati Uniti Jake Sullivan avrebbe criticato aspramente le azioni della Germania in una conversazione telefonica con il consigliere del cancelliere tedesco Jens Pletner.
Intanto, anche il presidente francese Emmanuel Macron entra nella partita delle armi pesanti, “non escludendo” la fornitura di carri armati Leclerc a Kiev: “Ho chiesto al ministro della Difesa di lavorarci su”, ma in ogni caso “è qualcosa che si valuta tutti insieme”, ha spiegato.
L’incontro di Ramstein e le forniture di armi pesanti a Kiev “non lasciano dubbi” su questo, ha scritto su Telegram il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo. Sul terreno intanto la guerra non conosce tregua, facendo strage delle truppe di entrambi i fronti: in quasi un anno di invasione, i combattimenti hanno provocato quasi 180.000 tra morti o feriti nell’esercito russo e 100.000 in quello ucraino, senza contare i 30.000 civili uccisi, secondo le stime fornite dal capo dell’esercito della Norvegia. Lo stato maggiore ucraino ha ribadito che “gli sforzi principali del nemico sono concentrati sulla conduzione di un’offensiva nella direzione di Bakhmut”, mentre Kiev ha smentito le rivendicazioni russe sul fronte di Zaporizhzhia: “Il nemico non sta conducendo operazioni attive e su larga scala” nell’oblast, ha detto Yevhen Yerin, capo del centro stampa congiunto delle forze di difesa della direzione di Tavriya, sottolineando che le truppe di Mosca hanno avuto alcuni successi in alcune aree, ma attualmente tutte le posizioni delle forze ucraine sono state ripristinate.
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