La patetica canea dei nanetti europei che hanno abbaiato a più non posso contro la Russia al loro incontro sulla sicurezza di Monaco e hanno voluto fare intendere che proseguiranno la guerra per un tempo illimitato e comunque fino alla vittoria, hanno ricevuto una risposta, pronta, calma e molto articolata da Putin, gran parte della quale temo sia al di là delle capacità intellettuali e culturali di molti leader europei. Il primo punto è che la Russia è disposta a riavviare un dialogo fattivo solo con un’Europa sottratta al servaggio americano e si è offerta di contribuire al ritrovamento di sovranità di un continente che l’ha persa al punto da suicidarsi piuttosto che disobbedire al padrone. Il secondo è che l’avanzata delle truppe russe sarà adeguata alla minaccia che verrà messa in atto verso il proprio territorio: più armi a lunga gittata verranno fornite, più lontano si dovrà spingere per garantire la propria sicurezza e questo non vale solo per l’Ucraina, ma per tutti gli stati confinanti, visto che non sono disposti ad alcuna trattativa. Ma la Russia combatte per se stessa, non per mantenere il controllo su altri e dunque si impegnerà con tutte le sue forze contro qualunque nemico. L’insieme di questi due punti è stato corroborato da una specie di avvertimento, ovvero il congelamento degli accordi Start 3 sul numero delle testate atomiche strategiche.
Da un punto di vista concreto questo di per sé non significa nulla: sono tra l’altro decenni che gli Usa si sono ritirati da qualunque altro accordo, impedendo in ogni caso le ispezioni concordate, ma dal punto di vista politico significa che la Russia vuole aumentare le proprie testate strategiche “ufficiali” portandole ad un equilibrio non solo con quelle americane, ma anche con quelle inglesi e francesi che di certo non godono di alcuna autonomia rispetto a Washington e con quelle che gli Usa distribuisce in Italia e Germania e in altri Paesi del continente. Si tratta in sostanza di ricalibrare il sistema di difesa, offesa e deterrenza tenendo conto anche dei Paesi europei e del loro potenziale nucleare proprio o gestito dagli Usa. Questa mossa russa è di fatto facilmente fraintendibile dall’opinione pubblica, mentre per il Pentagono è chiarissima. Il concetto generale è che gli Usa dopo la dissoluzione dell’Unione sovietica hanno tirato i remi in barca, pensando che ciò che avevano era sufficiente per minacciare chiunque: del resto l’Europa era nelle loro mani, la Russia sembrava ormai conquistata grazie ad Eltsin e la Cina era al di là da venire e loro non dovevano vedersela che con stati deboli e al massimo con qualche sedizione del terrorismo che essi stessi foraggiavano e di cui sino serviti senza ritegno. Il fatto è che tutto è cambiato dannatamente in fretta, più in fretta di quando gli Usa abbiano tentato di cambiare il mondo e da un punto di vista puramente militare gli Stati Uniti si sono trovati indietro anche nel campo nucleare. Molte bombe al plutonio, tipiche della “manifattura” a stelle e strisce hanno ormai accumulato molti isotopi che non permettono l’esplosione o che potrebbero rendere possibile l’esplosione in qualsiasi momento una volta attivate. D’altro canto, non esistono fabbriche automatizzate come in Russia e in Cina e tutto viene assemblato artigianalmente in alcuni laboratori – Livermore, Sandia, Los Alamos e Savannah – che rendono enormemente difficile la sostituzione del materiale fissile, oltretutto difficilmente reperibile. Ma non basta perché c’è un’altra sorpresa che ci attende: gli Usa non hanno mai ritenuto necessario sviluppare un’industria in grado di arricchire l’uranio alla percentuale necessaria per la fabbricazione di armi atomiche e dunque non possono rimediare in breve tempo. Anzi a dire la verità anzi hanno lasciato perdere del tutto l’arricchimento dell’uranio anche per le loro anziane centrali di potenza e si affidano quasi unicamente al monopolista nucleare russo Rosatom. In misura minore si servono dei francesi che però a loro volta passano per Rosatom. Paradossalmente il loro sistema nucleare dipende dai russi.
È essenzialmente per questo che gli americani sviluppano ora piccole bombe, quasi da nucleare tattico delle quali vogliono riempire l’Europa montandole sugli F35 che come caccia valgono poco, ma come arei kamikaze atomici sono ideali, al posto di vecchie armi il cui uso potrebbe essere ormai compromesso. Quello che viene fatto passare come un aumento del potenziale atomico è in realtà una sua diminuzione che se aumenta per i siti atomici in Europa e in Italia il carattere di essere bersagli per le armi russe, diminuisce la loro deterrenza. Adesso cominciamo a capite cosa possa significare la sospensione dei trattati: l’impossibilità per gli Usa e per la Nato di entrare in un conflitto nucleare con la minima speranza di non essere totalmente distrutti. La medesima cosa o anche peggio vale per i vettori di queste bombe: gli Usa dispongono attualmente circa 500 missili Minuteman III entrati in servizio nel 1970, ognuno dei quali trasporta una sola testata nucleare al posto delle quattro che potrebbe portare proprio per via degli accordi Salt. Si tratta di un’arma che ormai ha fatto il suo tempo e che nei piani precedenti l’attuale situazione avrebbe dovuto essere messa in soffitta entro il 2025. Purtroppo, però non esiste ancora un sostituto che potrebbe farsi attendere ancora parecchi anni e dunque si parla addirittura del 2040. In ogni caso si tratta di missili balistici, il che significa che una volta terminata la fase di spinta seguono una traiettoria calcolabile in base al loro percorso iniziale e sono dunque facilmente intercettabili da armi moderne. Poi c’è un certo numero di missili Trident (gli stessi che hanno gli inglesi) che hanno il difetto di essere anche loro balistici e quindi a facile portata dei razzi ipersonici e delle altre difese aree. Infine, ci sono i bombardieri strategici e i missili da crociera: la maggior parte di questi ultimi sono Tomahawk, che volano a una velocità decisamente misera di 830 chilometri l’ora; quindi, ancor meno di un comune charter turistico e stando al loro uso in Siria sono abbastanza inaffidabili (molti di loro sono caduti in mare) e facili da intercettare anche usando sistemi di difesa di epoca sovietica. La maggior parte dei bombardieri strategici sono antichi B-52 che non fanno meglio di 750 chilometri orari e una manciata di B-1B Lancer che sono supersonici ma stanno per essere ritirati.
Le armi più efficaci sono gli Himars e consimili sistemi di arma che tuttavia sono difficilmente nuclearizzabili e in ogni caso in una guerra totale sarebbero ben presto spazzati via. I russi invece hanno quasi completamente rinnovato il loro armamento strategico a cominciare dagli anni 2000 e sono ora in grandissimo vantaggio; per farla breve sono in grado di abbattere la maggioranza dei vettori Usa, mentre questi ultimi non hanno nulla per intercettare in numero consistente quelli russi. Naturalmente i cittadini occidentali non sanno nulla di tutto questo e si crogiolano nell’illusione di superiorità, non intuiscono il pericolo in cui i loro politici li hanno trascinanti seguendo a tutti i costi la strada della guerra e sfruttando persino gli accordi di Minsk per armare l’Ucraina. Adesso è troppo tardi per tornare sui propri passi: l’Europa con cui la Russia potrebbe eventualmente collaborare non è quella dei servi di Washington che sta massacrando gli ucraini e rovinando economicamente i propri popoli. La pace potrà esserci solo cacciando tutta l’attuale governance e non permettere che essa sfrutti questa scellerata emergenza per rimanere a galla. Se guerra essere il vero nemico non è certo la Russia.
“L’attuale governance” era già stata spazzata via recentemente in passato, e chissà quante altre volte nella storia, e ciò che viene dopo di solito è ancor peggio di quello di prima. I cittadini non sanno nulla di molte cose, e se le sanno, dormivano, tanto che spesso gli vengon pure dette e scritte chiare.
In poche parole, grazie alla somma cultura e intelligenza dei più, che ripetono d’aver diritto di metter a tacere chi “sa” di meno, abbiamo letteralmente seminato, e continuiamo capillarmente, l’intero pianeta di basi ed ordigni nucleari, tanto che con il tempo, oltre al continuo versamento di fumi e liquami corrosivi nell’ambiente, basterà una minima sciocchezza o questione, a causare l’innesco e l’esplosione accidentale di uno di essi e l’esplosione a catena tutti gli altri, e ridurre l’intero globo in un veleno fumante. Forse è quello che meritava il genere umano per la sua superiore intelligenza.
(Forse non lo meritavano gli altri animali, che seguono comunque in sorte il destino tracciato dai “più intelligenti”, si sa che al mondo non c’è una giustizia)