La bozza, discussa nel pre-Cdm di mercoledì, definisce i nuovi “assetto societario e governance” della Stretto di Messina spa, liquidata per legge dal governo Conte II e riattivata dall’esecutivo Meloni. Il dl prevede che alla concessionaria partecipi “in misura non inferiore al 51% il ministero dell’Economia e delle finanze, che esercita i diritti dell’azionista d’intesa” con il Mit, al quale sono “attribuite funzioni di indirizzo, controllo, vigilanza tecnica e operativa”
Il vicepremier leghista esulta: “Grandissimo lavoro di squadra, in pochi mesi sono stati recuperati dieci anni di vuoto. Contiamo di approvare il progetto esecutivo entro il 31 luglio 2024 e poi partire coi lavori. Enorme quantità di inquinamento in meno, in aria e acqua, in via di quantificazione. Enorme risparmio di tempo e di soldi per chi userà il ponte più green e innovativo del mondo”. Critiche invece dal leader dei Verdi Angelo Bonelli, che durante il question time alla Camera si è rivolto così alla premier: “Il ponte sullo Stretto andrà in Cdm: è ideologia o pragmatismo, in un sud che non ha ferrovie né acquedotti? Voi pensate di sperperare denaro pubblico in nome dell’ideologia salviniana”. E in una nota aggiunge: “A nome delle migliaia di passeggeri che frequentano le linee ferroviarie che portano in Calabria e Sicilia e che subiscono ritardi vergognosi, chiedo a Giorgia Meloni di fermare le manie di grandezza di Salvini che vuole portare domani in Consiglio dei ministri il decreto legge per il ponte sullo Stretto. Il progetto sarebbe un vero e proprio salasso dei conti pubblici ai danni degli italiani, mentre a Sud abbiamo ancora vecchi treni e vecchie littorine a gasolio con un evidente stato di abbandono delle ferrovie, perdiamo oltre il 40% di acqua potabile perché abbiamo acquedotti colabrodo“.