L’impero ha trovato il ventre molle capace di accogliere i laboratori biologici che devono far fagotto dall’Ucraina e di cui prima o poi, anzi più prima che poi dovrà rispondere di fronte all’umanità o quanto meno di fronte a delle Nazioni Unite degradate che fanno di tutto per non affrontare la questione. E’ stato facile trovarlo: è quello dove da oltre quarant’anni ha operato indisturbato l’agente Draghi e la sua organizzazione confondendo i cittadini, svendendo le loro proprietà e infine il loro futuro; è quello dove tutte le istituzioni e tutti i partiti senza se e senza ma sono al servizio di Washington e specialmente quello che ha la maggioranza in questo momento, ancorché esibisca un mendace attaccamento alla sovranità; è anche quello che ha mostrato meno reattività di fronte alla narrazione pandemica, quello che si è arreso più facilmente alla tirannia sanitaria, ma ancor peggio ha cercato scappatoie personali per sfuggire al ricatto, come le false attestazioni vaccinali o il cercare di beccarsi la malattia per avere il green pass senza farsi iniettare il siero, ma evitando l’impegno di costruire un’opposizione che al contrario è stata platealmente rifiutata nelle urne. Dunque, lo stivale è il luogo ideale dove stabilire le nuove fabbriche di virus, una delle colonne portanti del nuovo medioevo della paura anche se a questa nuova serie di strutture per “gestire” e sperimentare virus animali esattamente come si fa a Wuhan, è stato presentato dall’Iss con un tocco “domestico” come un luogo dove si manipolano virus della peste africana suina e della peste suina classica e hanno il nome di laboratori zooprofilattici sperimentali. Come mai ora si senta la necessità di laboratori di livello 3 per gestire un compito che finora il Centro di Referenza Nazionale delle Pesti Suine (CEREP) aveva svolto egregiamente non viene detto tra le molte che l’Iss non dice. In fondo in Italia resistono già due laboratori di livello 4 e altri di livello 3. tra cui uno dello stesso Iss inaugurato l’anno scorso. Perché la manipolazione di virus animali è diventata improvvisamente così importante da richiedere sempre nuovi laboratori?
Benché la creazione di un laboratorio biologico con tutti i pericoli che si trascina dietro dovrebbe essere una questione nazionale, alla fine pare che la decisione se ospitare una di queste pericolose strutture spetti al Comune di una piccola città come Pesaro il cui consiglio comunale sembra deciso a vendere un proprio terreno (e ovviamente se stesso in corpore vili) per sistemarvi il nuovo laboratorio. il che per i poteri che stanno dietro queste cose significa regalare qualche lecca lecca a bambini golosi. E così un ennesimo virusificio rischia di sorgere non solo in zona sismica e alluvionale ma a poca distanza dalla riviera romagnola luogo ideale (o forse dovrei usare location in onore dei poteri che spingono dietro la superficie) per una diffusione virale rapida e planetaria. Del resto, si sa molto bene che gli incidenti in questi bio laboratori sono numerosissimi e non è precisamente una festa abitare nelle zone vicine. Per farsi un’idea di che cosa si tratti forse sarebbe bene leggere Biolab di Franco Fracassi.
Ora per evitare questo scempio, per tentare di evitare esta spada di Damocle sulla testa e di rivivere incubi sanitari, il primo maggio, festa del lavoro e dunque giornata dedicata a valori tutt’affatto differenti rispetto a quelli elitari che ci sovrastano ci sarà a Pesaro una manifestazione per tentare di far cambiare opinione al comune di Pesaro e di strappare il lecca lecca dalle mani di chi si diverte a giocare con i destini delle persone per un piatto di lenticchie. La manifestazione nata da un comitato locale ha trovato un terreno insolitamente fertile e giorno dopo giorno ha trovato l’adesione di sempre più gruppi fino a diventare una manifestazione di carattere internazionale: molti sentono che è necessario essere lì per testimoniare che sta crescendo l’opposizione ai signori della guerra e del reset, che qualcuno ogni tanto si sveglia e riesce a vedere la realtà in cui vive. Non so se la presenza si molte migliaia di persone, anzi probabilmente di parecchie decine di migliaia di manifestanti provenienti da tutta Italia e dall’estero sarà in grado di far cambiare parere alla giunta di Pesaro, anche perché i patti col diavolo vengono stipulati in anticipo, ma costituirà comunque l’inizio di un nuovo capitolo in cui i problemi con cui abbiamo a che fare cominciano a saldarsi e a mostrare le loro connessioni: pandemia e guerra sono due capitoli della medesima narrazione, cui si aggiunge il clima. E chissà che anche da noi inizi una vera Resistenza, magari con presidi laddove si vogliono erigere i monumenti al virus ignoto.