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Il presidente turco aveva già bandito Twitter durante il terremoto di febbraio 2023, e anche prima del voto nel 2014. Ora Musk ha acconsentito a bloccare alcuni account, un mossa in contrasto con le promesse di libertà espressione su cui voleva rifondare la piattaforma.

Doveva trasformare Twitter in una fortezza della libertà di parola, ma a quanto pare per Elon Musk si possono fare battute sessiste, ma anche censurare gli account degli oppositori turchi. “In risposta al processo legale e per garantire che Twitter rimanga disponibile per il popolo turco, oggi abbiamo intrapreso azioni per limitare l’accesso ad alcuni contenuti in Turchia”, ha spiegato l’unità Global Government Affairs di Twitter.

In poche parole Recep Tayyip Erdogan ha messo Musk di fronte a un out out, o bloccare tutta la piattaforma o solo alcuni utenti. Elon Musk ha optato per la seconda. Non è la prima volta, il presidente turco aveva già bandito Twitter durante il terremoto di febbario 2023, e anche prima del voto nel 2014. Non stupisce dunque che di fronte alle elezioni presidenziali turche più combattute da anni, fissate per il 14 maggio, Erdogan scelga ancora la censura. Il problema è che Elon Musk assecondi i dictat del presidente, soprattutto dopo gli accordi commerciali stretti tra Turchia e SpaceX.

Le critiche alla scelta di Elon Musk

Il giornalista Matthew Yglesias ha accusato Musk di aver messo a tacere i critici per conto del presidente turco in carica Erdogan, il leader, tra le altre cose, sembra aver stretti legami con il presidente russo Vladimir Putin: “Il governo turco ha chiesto a Twitter di censurare i suoi oppositori subito prima di un’elezione e @elonmusk ha obbedito – dovrebbe generare alcuni interessanti rapporti sui file di Twitter”. Musk ha risposto al tweet scrivendo: “Ti è caduto il cervello dalla testa, Yglesias? La scelta è limitare completamente Twitter o limitare l’accesso ad alcuni tweet. Quale volete?”

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Il rappresentante della California Adam Schiff ha però ribattuto che Twitter è stato vago riguardo alle condizioni delle restrizioni sui contenuti voluti dal Paese. “Il giorno prima di un’elezione critica in Turchia, Twitter sembra acconsentire alle richieste del sovrano autocratico del paese, Erdogan, e sta censurando i discorsi sulla piattaforma”, ha detto. “Data la totale mancanza di trasparenza di Twitter, è difficile evitare la conclusione che le promesse di libertà di parola di Musk siano nuovamente state tradite”.

Anche Jimmy Wales, fondatore di Wikipedia, è intervenuto sul thread, dicendo: “Ciò che Wikipedia ha fatto: ci siamo battuti per i nostri principi e ci siamo battuti davanti alla Corte Suprema della Turchia e abbiamo vinto. Questo è ciò che significa trattare la libertà di espressione come un principio piuttosto che uno slogan”. Wales si riferisce al caso del 2017 quando la pagina era stata bandita da Paese per un articolo sui gruppi terroristici, dopo una lunga battaglia il blocco turco è stato revocato nel 2020.

La Turchia ha già censurato Twitter più volte

Elon Musk sa che le minacce di Erdogan sono reali, non sarebbe infatti la prima volta. Il presidente turco aveva già bloccato la piattaforma per un giorno intero dopo il terremoto di febbraio che ha causato 45.000 vittime. La motivazione ufficiale è stata che il governo voleva evitare tweet (a suo dire falsi e denigratori) sulla gestione dell’emergenza. In realtà lo stop rischia di aver interrotto gli aiuti, ostacolando la risposta dei soccorritori.

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La Turchia aveva già bloccato Twitter nel 2014, anche in quel caso proprio i giorni prima delle elezioni per zittire tutte quelle voci che accusavano il governo di corruzione. E quindi, di fronte a quelle che si preannunciano le elezioni più difficili per Erdogan, il governo chiede di censurare Twitter. Non sono però stati resi pubblici i nomi degli  account presi di mira.

Tuğrulcan Elmas, ricercatore post-dottorato che si occupa di manipolazione dei social media presso l’Indiana University Bloomington, intervistato da Insider, ha spiegati di aver rintracciato circa una mezza dozzina di account che pubblicavano contenuti relativi alle elezioni turche. Secondo Elmas, gli account nel mirino del presidente turco hanno tutti un denominatore comune: avevano legami con l’opposizione, e avevano già criticato Erdogan in precedenza.

Il rapporto tra Ergogan e Musk

Non è nemmeno un caso però che il blocco arrivi proprio dopo i nuovi accordi commerciali tra Musk e Erdogan. Si sono incontrati per la prima volta nel 2017, poi nel 2021 avevano cominciato a discutere di batterie al litio per veicoli elettrici e del lancio dei satelliti. E così lo stesso anno la Turchia aveva firmato con SpaceX un accordo per il lancio del satellite per le comunicazioni nazionali, Türksat 6A.

Poi ad aprile 2023 dopo i ritardi accumulati, è stato lanciato nello spazio con l’aiuto del razzo di Musk, Falcon 9, il primo satellite turco. Non solo, dopo il terremoto in Turchia a febbraio Musk ha chiamato Erdogan per attivare il suo sistema Starlink in modo tale da agevolare le comunicazioni e quindi i soccorsi. “Sono sicuro che questa sia solo una coincidenza”, hanno postato gli utenti su Twitter riferendosi al rapporto sempre più stretto tra Musk e Erdogan.

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Elisabetta Rosso

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