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Caso Speranza: all’ex ministro della Salute 30mila euro da Federfarma

Dalle dichiarazioni dei redditi dei politici a Montecitorio risultano una donazione da 15mila euro da parte di Federfarma e un altro versamento, di identico importo, della sua controllata Farmaservizi srl: un palese conflitto d’interessi, visto che Speranza era ministro del precedente governo

Pubblicate le dichiarazioni dei redditi dei politici a Montecitorio. Nei documenti emerge un po’ di tutto. Finanziamenti da varie industrie o associazioni per le campagne elettorali dei politici. Ma il caso più controverso, si legge su il Fatto Quotidiano, è quello di Roberto Speranza, segretario di Articolo 1: nell’elenco presentato alla Camera risultano una donazione da 15mila euro da parte di Federfarma e un altro versamento, di identico importo, della sua controllata Farmaservizi srl. Un palese conflitto d’interessi, visto che Speranza era ministro della Salute.

Mentre ogni giorno escono nuovi studi e nuove analisi che smontano i vaccini anti-Covid, si rivela sempre più chiara la scelta politica (e dunque non sanitaria) di investire tutto sui sieri e di censurare ogni possibile alternativa. Come se non bastava l’inchiesta della Procura di Bergamo sull’era Conte e Speranza, e come se non bastavano le inchieste di “Fuori dal Coro” che hanno messo in luce migliaia di documenti segreti sull’opaca gestione dei vaccini, ora spuntano anche i documenti che rivelano i finanziatori dei politici. Sono stati gli onorevoli stessi a doverli depositare a Montecitorio.

Nelle dichiarazioni sono riportate le “donazioni” ricevute dagli eletti in campagna elettorale, appena prima delle elezioni dello scorso settembre. E il caso più controverso è proprio quello di Roberto Speranza, segretario di Articolo 1 candidato nella lista Pd – Democratica e progressista. Ma la Federazione nazionale dei titolari di farmacia italiani in campagna elettorale ha sostenuto anche i due principali partiti in corsa, erogando un totale di 20mila euro al Pd e altrettanti a Fratelli d’Italia.

Ora dunque ci si chiede, al di là del caso specifico, se le case farmaceutiche o le associazioni di farmacisti finanziano politici, medici ed esperti, questi si possono davvero definire “liberi”? E quando poi queste persone vengono ad esempio chiamate a parlare in tv, come nel caso delle virostar dell’era Covid le loro dichiarazioni sono davvero “indipendenti” da quel finanziamento?

Prima o poi in Italia si farà chiarezza. Prima o poi ci sarà giustizia. Prima o poi si squarcerà il velo di omertà e conflitti d’interesse su tutta la vicenda Covid. Intanto, però, continuiamo a raccogliere le macerie economiche e sociali delle scelte attuate dai governi pandemici di Conte e Draghi, e dal titolare del Ministero della Salute, Roberto Speranza.

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Pubblicato inAffari & Malaffari

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