A pochi giorni dall’inizio dell’attacco in più direzioni nel Donbass e nella regione di Zaporizhia, i russi resistono all’assalto di Kiev infliggendo perdite pesanti. Caracciolo (Limes): «Un pareggio confuso è meglio della vittoria»
La controffensiva ucraina è iniziata da pochi giorni e già si è capito perché il presidente Volodymyr Zelensky, in un’intervista al Wall Street Journal, parlava con cautela dei risultati e con preoccupazione della possibilità di «perdere molti uomini». Secondo quanto riportato alla Cnn da funzionari americani, i primi tentativi di spezzare le linee nemiche nel Donbass e a Zaporizhia si sono scontrati con «una agguerrita resistenza dei russi».
L’Ucraina subisce «perdite significative»
Le perdite, sia in termini di uomini che di mezzi blindati, tra cui anche alcuni Mrap americani, sono state «significative», secondo la fonte Usa. Più colorito, come al solito, il comunicato del ministero della Difesa russo: «Il tentativo ucraino di attaccare vicino a Bakhmut è stato sventato. Il nemico è stato distrutto».
L’epicentro dei combattimenti resta il Donbass, ma la situazione è tesa anche nella regione di Zaporizhia, dove gli ucraini vorrebbero sfondare per arrivare a Melitopol e Bediansk e controllare di conseguenza l’ingresso alla Crimea. Oltre che nei pressi di Bakhmut, i combattimenti sono infatti «intensi» anche vicino alla città di Orikhiv.
Troppo presto per giudicare la controffensiva
Negli ultimi attacchi, secondo Mosca, l’esercito ucraino ha perso «680 militari, 35 carri armati, 11 veicoli da combattimento di fanteria, 19 veicoli corazzati da combattimento, sei veicoli militari, nonché un’unità di artiglieria semovente Cezar prodotta dalla Francia».
È impossibile giudicare l’esito della controffensiva dai primi giorni di combattimenti: soltanto nei prossimi mesi sarà possibile capire l’efficacia degli attacchi ucraini, che stanno tempestando le difese russe in molteplici direzioni alla ricerca di punti deboli.
Meglio un «confuso pareggio» della «vittoria»
Dopo l’annuncio effettuato pochi giorni fa dall’ex segretario della Nato Rasmussen, secondo cui alcuni paesi Nato potrebbero schierare il proprio esercito a fianco di quello ucraino, Vladimir Putin ha risposto a margine di un incontro con il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, annunciando che «a partire dal 7 o 8 luglio saranno dispiegate armi nucleari in Bielorussia».
È per prevenire uno «scontro atomico» che gli Stati Uniti preferirebbero un «pareggio confuso» a una «vittoria totale» dell’Ucraina sulla Russia, scrive sulla Stampa Lucio Caracciolo. Per il direttore di Limes, «Pentagono e Cia non credono alla vittoria ucraina sul campo, almeno per l’anno in corso». E «mentre Kiev si sta dissanguando anche per l’America e per l’Occidente», Washington continua a dissociarsi «dalle incursioni minori in Russia di commandos legati all’Ucraina e da analoghi atti “terroristici”».
Leone Grotti
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