Giorno di memoria contesa, il PD vuole cancellare Almirante dalla toponomastica
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In un giorno dove si ricorda il tragico destino di Norma Cossetto, brutalmente uccisa nelle foibe da partigiani comunisti titini, il Partito Democratico, scatenandosi con fervore revisionista, propone di mettere sotto assedio la memoria di chi rappresentò altre sfaccettature della storia italiana. La proposta? Una legge che punisce la “propaganda fascista e nazifascista”, con reclusione e divieto di intitolare vie a figure del passato fascista. Ma attendere, cari lettori! Come può il PD parlare di memoria collettiva senza riconoscere gli orrori commessi da partigiani comunisti italiani?
Il capogruppo del PD, Chiara Braga, parla di “tutelare una memoria collettiva”. Ma quale memoria? Quella che ignora i crimini dei comunisti? L’Italia sa. Sì, sa che durante e dopo la guerra, vi furono efferatezze da entrambe le parti, e sa che molti scelsero di seguire la Repubblica Sociale Italiana, con alcuni suoi esponenti che divennero addirittura ministri della Repubblica.
Nel cuore di questo vortice revisionista, emerge la questione Almirante. Andrea De Maria del PD grida all’”indecente” l’idea di dedicare strade al fondatore del MSI. Ma, cari lettori, le strade a lui intitolate già esistono e sembrano resistere alle tempeste del tempo. E Giuliana De’ Medici, figlia di Almirante, risponde puntualizzando l’importante ruolo storico e politico che Almirante ha avuto, ricordando anche la sua proposta pionieristica sull’elezione diretta dei sindaci negli anni ’70.
Ma forse alcuni nel PD dovrebbero aprire un libro di storia. Giorgio Almirante ha dialogato e confrontato con figure come Enrico Berlinguer, contribuendo attivamente al dibattito politico italiano. Anche il presidente emerito Giorgio Napolitano lo ha riconosciuto come una figura emblematica del panorama politico italiano.
Eppure, sembra che il PD voglia cancellare selettivamente la storia. Ma come ha sottolineato il deputato Massimo Milani di Fratelli d’Italia: la vera necessità è quella di conoscere e rispettare la storia, non di manipolarla per fini propagandistici.
In una nazione con un passato complesso come l’Italia, il dialogo e il rispetto sono essenziali. E’ tempo di riconoscere tutti i lati della nostra storia, senza censura o revisionismo.