È un anniversario che dovrebbe far rabbrividire chi ama la Disney per la sua eredità classica e innocente. Cento anni fa, il 16 ottobre 1923, Walt e Roy Oliver Disney diedero vita all’azienda che avrebbe poi dominato il mondo dell’animazione. Ma cosa è successo alla Disney nel corso di questi ultimi decenni? È diventata un veicolo per l’agenda progressista e, in particolare, per le tematiche LGBT.
La Disney Brothers Studios, fondata dai due fratelli, è oggi conosciuta come la Walt Disney Company, ma non è solo il nome a essere cambiato. Negli ultimi decenni, la Disney è diventata un megafono per le istanze LGBT. La Glaad (Gay and Lesbian Alliance Against Defamation) ha recentemente premiato la Disney come la casa di produzione “più inclusiva” in base al suo rapporto annuale sui media. Su 59 film prodotti nel 2022, ben 24 erano orientati verso l’inclusione LGBT. In altre parole, quasi la metà dei film Disney ora promuove l’agenda politica e ideologica LGBT.
Ma quando è iniziata questa collaborazione tra la Disney e il mondo LGBT? È difficile dirlo con esattezza, ma non si tratta certo di una sintonia recente. Alcuni sostengono che la metamorfosi della Disney verso il pubblico LGBT sia iniziata già nel 1984. Nel 1991, Disney World ha ospitato il Gay Pride, e nel 1995 l’azienda ha iniziato a offrire benefici assicurativi per i partner gay dei dipendenti. E non dimentichiamo i professionisti LGBT che hanno lavorato per la Disney, come il paroliere Howard Ashman, coinvolto nelle produzioni di film come “La Sirenetta” e “La Bella e la Bestia.”
Ma andiamo avanti nel tempo. Nel 1998, Elizabeth Birch, dirigente della Human Rights Campaign, ha riferito che il 40% dei dipendenti della Disney era gay. Questo era il 1998, un periodo molto diverso rispetto agli ultimi progressi dell’agenda LGBT.
La Disney non si limita a dare visibilità ai personaggi LGBT, ma li inserisce ovunque. La presidente della Disney’s General Entertainment Content, Karey Burke, ha dichiarato che “almeno il 50% dei personaggi Disney” dovrà essere arcobaleno. E ci sono esempi recenti, come “Star Wars Resistance” e “The Owl House,” che includono personaggi gay o bisessuali.
Tuttavia questi sono solo i casi più recenti. Ci sono anche voci su personaggi queer in film come “Il Re Leone” e una presunta coppia omosessuale in “Frozen.” La Disney è attenta anche alle tematiche woke e femministe, come dimostrano il nuovo Peter Pan “antisessista” e il sostegno a Black Lives Matter.
Non vogliamo sminuire la qualità intrinseca dei film Disney, che spesso sono affascinanti e emozionanti. Tuttavia, la Disney sta piegando le esigenze narrative alle esigenze politiche, trasformando il mondo dell’animazione in un veicolo per l’indottrinamento ideologico. È importante che i genitori e le famiglie rimangano vigili sui contenuti dei cartoni animati Disney, che non sono più quelli di 100 anni fa, né di 30 o 40 anni fa. Sono diventati qualcosa di completamente diverso, e purtroppo, decisamente diverso.
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