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Il calcio, da sempre considerato uno sport sacro, è di nuovo travolto da un’onda di scandalo legata alle scommesse. E questa volta, non ci sono scuse che possano giustificare tale comportamento. È una ferita profonda per chi ama il calcio, una ferita che si aggiunge a una lunga serie di tradimenti che non possono più essere ignorati.
Il principio fondamentale dello sport, la lealtà, viene calpestato e disprezzato in nome del denaro e della ludopatia. È inimmaginabile che campioni di tale calibro, facendo riferimento ai nomi più illustri, possano essere coinvolti in imbrogli legati alle partite. Nel mondo dello sport, così come nella giustizia ordinaria, ci sono regole che devono essere rispettate, e chi le viola non merita perdono.
L’argomento della ludopatia viene sollevato in alcuni casi, ma questa malattia può davvero essere utilizzata come giustificazione per chi gioca con le partite di calcio e mette a repentaglio l’integrità dello sport? È davvero possibile continuare a giocare a pallone, a essere considerati idoli del calcio, dopo un tale comportamento? Questa è una giustificazione che non regge, è una vergogna.
Non riesco a comprendere come atleti con compensi straordinari possano ancora cercare di guadagnare soldi tramite le scommesse sul calcio. Questo non solo offre un pessimo esempio alle giovani generazioni, ma va anche contro il concetto stesso di sport. Il mito del guadagno facile è dannoso per l’immagine dello sport e per la passione dei tifosi.
Ci sono milioni di tifosi che ogni domenica sostengono le gesta dei loro campioni preferiti, e lo fanno per l’amore per la maglia, non per la ricerca del profitto. La venalità di chi tradisce la fiducia dei tifosi è inaccettabile.
All’inizio, potevamo sperare che si trattasse solo di una ricerca di pubblicità, come suggerito dal mister della Nazionale, Spalletti. Ma quando arrivano le ammissioni di colpa, non c’è più spazio per le scuse. Non c’è motivo per versare lacrime, è il momento di agire con fermezza. Chi ha avuto la fortuna di avere una grande opportunità nella vita e la getta via in questo modo non merita altro che il giudizio severo. Chi ama il calcio si sente tradito, come se i precedenti scandali non fossero mai accaduti.