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Carosello dell’irrazionale: la tragedia elettrica e la sottomissione alla Cina

In un mondo dove il buonsenso sembra aver preso un lungo congedo, l’ascesa delle auto elettriche è diventata la pietra angolare di un’utopia verde che sa di farsa. Tanto lodate dagli apologeti dell’ecologia a ogni costo, queste carrozze futuristiche stanno vivendo un tracollo della domanda che sa tanto di schiaffo in faccia, specialmente sul suolo americano. Ed è proprio qui che entra in scena Akio Toyoda, il guru scettico della Toyota, che non ha mai creduto a questa favola elettrificata.

Parlando alla giornata inaugurale del Japan Mobility Show, Toyoda ha giocato a carte scoperte, sottolineando ancora una volta che il futuro dell’auto non può essere monco, ridotto a una sola opzione. Ha preso di mira i fondamentalisti del green, quelli che vedono nell’elettrico la panacea di tutti i mali, dichiarando che finalmente le persone stanno iniziando a svegliarsi dal sogno (o dall’incubo) elettrico.

E poi, come un pugile esperto, ha colpito al cuore del problema, il calo della domanda negli Stati Uniti, sottolineando che ci sono mille modi per raggiungere la neutralità del CO2 senza doversi vendere anima e corpo alla Cina e al suo monopolio sui materiali per le batterie. “Se scrivi le regole con l’inchiostro dell’ideologia, sono i consumatori, la gente comune, a pagarne il prezzo”, ha tuonato Toyoda, dimostrando che dietro la sua scrivania da presidente c’è ancora un uomo che sa di cosa parla.

E i risultati danno ragione a Toyota. Mentre altri costruttori inseguono ciecamente il miraggio dell’elettrico, la casa giapponese sta cavalcando l’onda dell’ibrido e dell’idrogeno, dimostrando che ci sono alternative più sostenibili e meno dipendenti dalla dittatura delle terre rare cinesi.

In conclusione, Toyoda ha fatto il punto della situazione, smascherando le contraddizioni di un settore che predica bene ma razzola male, dalle emissioni nascoste della produzione di elettricità ai costi sociali di una transizione energetica frettolosa. E mentre i talebani del green continuano a predicare la loro fede cieca nell’elettrico, Akio Toyoda rimane lì, saldo e imperturbabile, a ricordarci che la strada verso il futuro non è un binario morto, ma una rete di possibilità che non possiamo permetterci di ignorare.

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Pubblicato inAutomotive & utopia

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