Breve manuale di sopravvivenza al pranzo (o alla cena) di Natale
Ah, Natale! Quel periodo meraviglioso dell’anno dove la magia si trasforma in un inaspettato reality show familiare, e tu, caro lettore, ne diventi il protagonista involontario. Perché, siamo sinceri: tra canti natalizi, cin-cin, scambi di regali e biscotti a forma di renna, ci sono anche quei parenti che, diciamolo pure, sopportiamo quanto un maglione di lana a contatto diretto con la pelle.
La scena si apre con un tavolo imbandito, dove il profumo delle lasagne si mescola con quello dell’ansia pre-pranzo. E come in un film dell’orrore, ecco il trillo del campanello: i parenti arrivano, uno dopo l’altro, in un corteo che sa di déjà vu e deja-entendu. C’è quello che ti chiede a quante vaccinazioni anti-Covid sei arrivato e quello che non vuole mai raccontare nulla di sé ma vuole sapere tutto di te, quello che si loda senza manco rendersi conto che s’imbroda e quello che al più ormai ti tratta come un fastidioso foruncolo, quello che ha sempre un’opinione su tutto, soprattutto su ciò che non conosce, e quello che inizia ogni frase con “Ai miei tempi…”, quello che ha sempre da ridire su tutto e su tutti e quello che non vedo l’ora di rifugiarsi dietro lo smartphone e fare tappezzeria. Ho dimenticato qualcuno?
Ma non temere! Non tutto è perduto. Ecco alcune semplici strategie di sopravvivenza per trasformare il pranzo (o la cena) di Natale in un evento quasi piacevole.
- Tattica dell’evasione selettiva: Quando il parente noioso inizia a parlare, entra in modalità “sorridi e annuisci”. Ricorda: il tuo obiettivo è sopravvivere, non vincere il Nobel per la pace.
- La strategia del posizionamento a tavola: Siediti il più lontano possibile da quel parente che adora discutere di politica durante il pasto. Preferibilmente, vicino a qualcuno che sappia cambiare argomento velocemente.
- Alleanze strategiche: Identifica un alleato a tavola, qualcuno che capisca i tuoi sguardi di disperazione e possa intervenire con un nuovo argomento di conversazione al momento giusto.
- Piano di fuga: Prepara una scusa credibile per allontanarti dalla tavola, come un’improvvisa allergia ai canti natalizi o una urgente telefonata da parte di Babbo Natale.
- La regola del no: Ricorda, puoi sempre dire “no”. No a discutere di argomenti controversi, no a rispondere a domande personali e, soprattutto, no a una seconda porzione di quello sformato che ha fatto la zia.
- La tecnica del cambio argomento: Diventa maestro nel deviare i discorsi scomodi verso temi più leggeri. “Oh, zia, e quella tua ricetta del tiramisù che mi hai promesso l’anno scorso?”
- Il rifugio del dopopranzo: Una volta terminato il pasto, rifugiati in un angolo tranquillo della casa, possibilmente con un buon libro o un paio di cuffie. La pace postprandiale è sacra.
- Il mantra della sopravvivenza: Ripeti a te stesso: “È solo una volta all’anno”. E se tutto il resto fallisce, immagina di essere in un episodio di una sitcom. Almeno, avrai di che ridere.
In conclusione, armati di pazienza, senso dell’umorismo e una buona bottiglia di vino. Perché, in fondo, anche i parenti più insopportabili fanno parte del Natale, proprio come i regali riciclati. E chi sa, forse l’anno prossimo sceglierai la spiaggia invece della sala da pranzo. Buona sopravvivenza e buon Natale!