In un mondo dove il valore sacro del matrimonio tra uomo e donna sembra vacillare sotto i colpi di incessanti battaglie culturali e sociali, ecco che ci si imbatte in storie tanto assurde quanto surreali ad evocare un misto di ilarità e consternazione. Prendiamo, ad esempio, le nozze di Pepe e Nana, due chihuahua che hanno deciso (o meglio, cui è stato deciso per loro) di unirsi in matrimonio a Campobasso. Il tutto è avvenuto in una cornice che supera il pittoresco: un hotel pet friendly (Coriolis), con torta nuziale per cani, prosecco per cani, e confettata per cani. Un evento che, volente o nolente, solleva non poche riflessioni sulla società contemporanea e il suo rapporto con gli animali.
Il matrimonio: sacralità o parodia?
Il matrimonio tra Pepe e Nana è stato officiato in pompa magna alla presenza di un folto pubblico, tra cui non mancavano cani di varie razze e i loro pittoreschi chaperon bipedi, tutti rigorosamente vestiti a festa. A officiare la cerimonia una cinofila di lungo corso (Gianna Spina), che vede in questo evento un modo per sensibilizzare il pubblico sui diritti degli animali. Ma non è forse questa una parodia di ciò che il matrimonio rappresenta? Una parodia che non solo sminuisce la sacralità di un rito antico, ma che scivola pericolosamente verso l’umanizzazione estrema degli animali se non proprio la blasfemia?
Il matrimonio, per molte culture e religioni, è un legame sacro, un patto solenne che unisce due persone – umani – in una comunione di vita e di intenti. Trasformare tale rito in uno spettacolo per cani non solo banalizza e dissacra il matrimonio, ma solleva interrogativi etici sulla percezione che abbiamo degli animali.
Umanizzazione degli animali: confini morali superati?
La tendenza a umanizzare gli animali domestici ha raggiunto nel matrimonio di Pepe e Nana un apice di dubbia moralità. Cappelli eleganti, frac, rose rosa, e calici di prosecco per cani sono solo alcuni degli elementi che trasformano un evento farsesco nell’imitazione di una vera e propria cerimonia nuziale, con tanto di fotografo e reporter ufficiali. Ma chiediamoci: gli animali hanno realmente bisogno di tutto ciò?
Non stiamo forse proiettando sulle spalle di questi piccoli esseri una serie di bisogni e desideri che sono prettamente umani? Gli animali, si sa, non hanno bisogno di matrimoni per vivere una vita piena e soddisfacente. Ciò di cui necessitano è amore, cura e rispetto, non una cerimonia che li vede protagonisti involontari di una commedia umana.
La cultura del superfluo
Quello che emerge chiaramente da eventi come il matrimonio di Pepe e Nana è un’ossessione per il superfluo, per l’apparenza, per una forma di spettacolarizzazione della vita che rasenta il grottesco. In una società dove l’essere umano lotta quotidianamente per i propri diritti fondamentali, sembra paradossale dedicare tempo, risorse ed energia a organizzare matrimoni per cani.
Fuga dalla realtà?
Mentre il mondo si dibatte tra crisi economiche, disuguaglianze sociali e sfide ambientali, ci troviamo a dover commentare matrimoni canini che, pur volendo lanciare un messaggio di amore e rispetto verso gli animali, finiscono per ridicolizzare un istituto caro a molti e dunque degno di maggior rispetto. Forse, in un’epoca di crescente sensibilità verso le questioni animaliste, sarebbe più costruttivo concentrarsi su azioni concrete come la lotta contro il maltrattamento e l’educazione al rispetto degli animali, come esseri viventi e non come sostituti umani in pseudo-cerimonie di dubbio gusto.
In conclusione, mentre Pepe e Nana “vivono il loro amore” tra le mura di un hotel di Campobasso, resta il dubbio che questa umanizzazione estrema degli animali non sia altro che una fuga dalla realtà, un modo per mascherare le nostre inadeguatezze umane dietro a un velo di finto affetto matrimoniale. Un invito, questo, a riflettere seriamente su quali siano i veri bisogni degli animali e su come possiamo, realisticamente e moralmente, soddisfarli.
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