In ricordo di una bambina morta a soli 7 anni. Come lei e la sua famiglia hanno vissuto la prova dolorosa della malattia è stato di testimonianza per molti (integralmente tratta da Tempi).
Dopo alcuni anni di malattia, nel giorno dei santi Pietro e Paolo, si è spenta Fiammetta Mastantuono (5 ottobre 2016 – 29 giugno 2024), una bambina di 7 anni. Al termine del funerale la mamma Matilde è intervenuta «per ringraziare Dio per averci dato il dono di Fiammetta. Chiedendoci di custodirla, ci ha aperto le porte del Paradiso. Lei è sempre stata pronta per il Cielo, ma ci ha donato il tempo necessario per farci capire che la strada è una promessa, non una fregatura. Non siamo stati traditi da Dio. Qualcuno già sa che Fiammetta disse questa frase tra le ultime che poté pronunciare: “È scaduto il tempo. Voglio andare a raccogliere i fiori nel campo”. Noi pensavamo che lei avesse in mente da subito il Paradiso, ma poi abbiamo scoperto, nel tempo della sua malattia, che quei fiori eravamo noi e lei li stava già raccogliendo qui sulla terra. Ora continuerà a farlo nella gloria del Cielo. Grazie Fiammi per avermi raccolto».
Ne hanno preso uno che passava di lì,
che veniva dalla campagna e non c’entrava nulla;
lo hanno preso e gli hanno messo
la croce sulle spalle per un tratto di strada.
Siccome c’entriamo tutti, ne hanno preso uno a caso.
Chissà? Forse per la faccia che aveva,
per i vestiti che portava o per un accento della faccia,
una sporgenza nello sguardo
lo hanno messo sulla via della croce.
La via crucis.
Se qualcuno vuole venire dietro a me…
e quello di Cirene stava esattamente dietro.
Ma lo aveva voluto? Aveva potuto deciderlo,
prima? C’è qualcuno dei suoi paesani, anche uno solo,
– che so io? – una moglie, un figlio o un cugino
che gli abbia sentito dire:
vado a prendere la Sua croce,
vado a caricarmela addosso io,
rinnegando me stesso,
ritrovando me stesso
lungo quel centinaio e rotti di metri?
E il Nazareno gli ha aperto la strada,
lungo la via del supplizio,
lo ha messo a parte della Sua Passione,
che è il germe della Risurrezione
della Vita perfetta,
dal momento che
Io sono la Risurrezione e la Vita.
È rimasto lì sotto, Simone di Cirene,
sotto la croce dico,
fino a quando? Fino alle ultime parole?
Fino al grido? Fino a quando emise
lo spirito, restituendolo al Padre,
avendo già dato tutto sé stesso?
Ah, Simone, Simone detto il Cireneo,
sarai tornato a casa, poi; avrai rivisto
Rufo e Alessandro mille volte ancora,
ma andartene non lo hai voluto più.
Non te ne sei andato mai,
né si è separato da te il Nazareno.
Altri giorni hai avuto, altro tempo
ti è stato dato, ma il Signore del tempo
non ti ha più abbandonato,
ti è venuto cercare
in ogni concavità della smemoratezza,
della distrazione; e tu? Cosa hai fatto tu,
Simone? Hai messo il broncio?
Hai tenuto la nuca rigida?
Ah, Simone, Simone
quando potremo vederci per intero,
quando potremo parlare veramente,
più di questo balbettare,
più dell’incespicare di adesso!
E lei, adesso? Questa bambina
che pochi hanno udito parlare?
Suo padre e sua madre
l’hanno vista salire,
sulla Croce.
I nonni, gli amici,
i fratelli e le sorelle erano lì,
anch’essi,
per tutto il tempo,
anzi per ogni secondo di tempo
che ha impiegato a salire
e infine a rimanere,
esattamente lei,
sulla Croce insieme a Te,
come a tanti,
prima e dopo lei,
nel tempo concesso alla storia
per giungere al fine.
Che cosa è accaduto
in questa indicibile intimità
tra lei e Te?
Che cosa deve essere stato
questo essere insieme
definitivo e intero
nel declinare delle ore,
perché lei, ora,
ha il tempo dell’eternità.
Lei e Tu.
Lei e Voi tre.
Nessun velo,
nessun diaframma,
nessuna distanza
o frontalità.
Ah, come è bella la vocazione del piccolo Bambino!
Non è una missione che deve evangelizzare,
ma tutte le missioni.
E questo come?…
Amando, dormendo,
gettando fiori a Gesù quando sonnecchia.
Allora Gesù prenderà questi fiori
e, comunicando loro un valore inestimabile,
li lancerà a sua volta,
li farà volare su tutte le rive
e salverà le anime, con i fiori,
con l’amore del piccolo bambino
che non vedrà nulla,
ma che sorriderà sempre
anche attraverso le lacrime!
Un bambino missionario e guerriero: che meraviglia!
(Santa Teresa di Lisieux)
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