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Biden si ritira, Kamala sale, l’America crolla

Alla fine, la verità ha trionfato, o forse dovremmo dire che la realtà si è semplicemente stancata di essere mascherata. Joe Biden ha finalmente ceduto alle pressioni crescenti del suo partito e dei suoi donatori, annunciando il suo tanto atteso ritiro dalla corsa per un secondo mandato alla Casa Bianca. L’epilogo di una farsa durata troppo a lungo è stato sancito in maniera tanto improvvisa quanto inevitabile: Biden, incalzato da un dibattito televisivo letale contro Donald Trump, ha dovuto lasciare il palcoscenico. Ecco come siamo arrivati a questa tragica ma prevedibile conclusione.

L’annuncio

Un annuncio di tale portata avrebbe meritato un discorso alla nazione, un video registrato, qualsiasi cosa che mostrasse un minimo di dignità istituzionale. Invece, Biden ha scelto di ritirarsi tramite una lettera firmata e postata su X, il che già lascia spazio a dubbi sulla sua autenticità. Siamo di fronte a una modalità degna di un colpo di stato, non di una transizione democratica.

Nella lettera, Biden ha ringraziato la vice Kamala Harris, ma non ha espresso un endorsement diretto. Un’ora dopo, su X, è comparso un post di endorsement non firmato. Perché questo mistero? Forse perché i veri burattinai dietro le quinte, i Clinton e Soros, avevano già espresso il loro appoggio a Kamala, mentre Obama, in una dichiarazione, non l’ha nemmeno menzionata. Siamo quindi di fronte a una convention aperta ma manipolata, o a una resa dei conti interna che potrebbe essere sanguinosa, come evocato da AOC (Alexandria Ocasio-Cortez) che parla apertamente di un golpe interno.

La grande menzogna

Il ritiro coatto di Biden è la certificazione di quella che è stata la più grande operazione di disinformazione della storia americana. Democratici e media mainstream, con il supporto dei loro fact-checker asserviti, hanno spudoratamente mentito sulle reali condizioni di salute del presidente Biden. Hanno assicurato che fosse “sharp as a tack” (liberamente tradotto: “sì, sembra stupido, ma è furbo come una volpe”), accusando chiunque sollevasse dubbi di fare disinformazione, quando in realtà erano loro a diffondere menzogne.

Primarie-truffa

Le primarie del Partito Democratico, per la terza volta consecutiva, non sono state aperte e competitive, ma una truffa ai danni degli stessi elettori democratici. Per otto anni i dem hanno gridato alla “minaccia alla democrazia”, e ora hanno costretto il presidente in carica a ritirarsi, nonostante milioni di elettori lo avessero scelto come loro candidato. Se solo avessero sollevato il tema delle reali condizioni di salute di Biden prima delle primarie, si sarebbe potuta celebrare una competizione leale. Ma no, l’inganno doveva continuare fino all’ultimo, dimostrando la loro ipocrisia e disprezzo per la democrazia.

Chi è al comando?

Se Biden non è in condizioni di salute per cercare la rielezione, non lo è nemmeno per restare presidente per altri sei mesi. Che credibilità avrà da qui in avanti? E chi ha veramente guidato l’America in questi anni? Non può essere liquidato come complottismo il sospetto che altri abbiano manovrato dietro le quinte senza alcuna legittimità. Questo avrebbe dovuto preoccupare i media, ma evidentemente la verità non era tra le loro priorità.

L’impatto sulla campagna

L’impatto del ritiro di Biden sulla campagna elettorale è devastante. Non solo ha confermato l’impopolarità di Biden, dovuta non solo al suo declino cognitivo ma anche alle sue disastrose politiche, ma ha anche spianato la strada a Kamala Harris. Tuttavia, Kamala è stata complice di tutte quelle politiche e dell’insabbiamento delle condizioni di salute di Biden. La sua ascesa non viene dal nulla, e questo la rende vulnerabile agli stessi attacchi.

Con il ritiro di Biden, i media hanno rapidamente spostato l’attenzione dalla realtà sconveniente del tentato assassinio di Trump e hanno iniziato a santificare Kamala Harris. Già si vedono sondaggi che la danno competitiva, mentre i media liberal esercitano pressione per renderla la favorita. E non dimentichiamo l’incognita della combinazione voto postale-immigrati irregolari negli stati chiave, che potrebbe nuovamente influenzare l’esito delle elezioni.

Manipolazione e disinformazione

Il ritiro di Biden è una testimonianza della manipolazione e della disinformazione che hanno caratterizzato la sua presidenza e la politica del Partito Democratico. Una farsa che ha finalmente svelato il suo vero volto: quello di un partito disposto a tutto pur di mantenere il potere, anche a costo di ingannare il proprio elettorato e minare la credibilità della nazione. E mentre Kamala Harris si prepara a prendere il timone, la domanda rimane: chi è davvero al comando dell’America? La risposta potrebbe essere più inquietante di quanto possiamo immaginare.

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Pubblicato inPolitica

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