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Macron: il re del colpo di mano

Oh, Emmanuel Macron, il giovane presidente che ci aveva promesso rivoluzioni e cambiamenti. E cosa abbiamo avuto? Un colpo di mano degno di un apprendista stregone della politica. Lo spettacolo indecoroso che abbiamo visto nelle ultime settimane non può che lasciare chiunque con un briciolo di buon senso con la bocca spalancata. Perché sì, amici miei, il presidente francese ha deciso di prendersi la guida di ben sei delle otto commissioni parlamentari, lasciando le briciole al Nouveau Front Populaire e niente di niente al Rassemblement National. Ma come ci è riuscito? Con una mossa che neanche Machiavelli avrebbe potuto immaginare.

Il tradimento della volontà popolare

Non si può non cominciare con il tradimento della volontà popolare. Macron, ricordiamolo, è arrivato secondo alle ultime elezioni legislative. Nonostante ciò, ha deciso di ignorare bellamente il volere degli elettori, usando trucchi da prestigiatore politico per arraffarsi il potere. Sì, perché questo è ciò che ha fatto. È un furto in piena regola, un colpo di mano che lascia esterrefatti.

Immaginatevi la scena: il Rassemblement National, il partito con il gruppo parlamentare più numeroso, completamente tagliato fuori. Marine Le Pen ha ragione da vendere quando parla di “scandalo democratico”. Jean Philippe Tanguy del RN ha definito la situazione un “patto di corruzione”. E come dargli torto? È un patto scellerato, un’alleanza tra il diavolo e l’acqua santa. Ma Macron, con la sua aria da bravo ragazzo, riesce a farla franca.

E la volontà popolare? Chissenefrega!

L’alleanza con i Republicains: un matrimonio di convenienza

E poi c’è l’inedita alleanza con la destra moderata dei Republicains. Ah, che spettacolo! Un matrimonio di convenienza, un’alleanza nata non per il bene del popolo, ma per mantenere il controllo del potere. Eric Ciotti, ex leader dei Republicains, non ha potuto fare a meno di gridare al “furto democratico”. Ed è davvero difficile non essere d’accordo con lui. Macron ha fatto la mossa del cavallo, ha girato la scacchiera e ha messo i suoi pezzi dove voleva. È riuscito a ottenere la presidenza della Camera per la macronista Yael Braun-Pivet, e tutto grazie a un accordo dietro le quinte con i Republicains.

Alla destra moderata, che è arrivata quarta alle elezioni, non ci ha pensato due volte a saltare sul carro del blocco macronista. Marine Le Pen ha accusato i Republicains di essersi “svenduti” e come darle torto? Hanno venduto l’anima al diavolo per un posticino al sole, per una manciata di poltrone. E intanto il popolo francese resta a guardare, impotente, mentre i giochi di potere si consumano dietro le quinte.

La sinistra divisa e sconfitta

Ma non pensate che la sinistra se la passi meglio. No, anche loro sono in piena crisi. Il Nouveau Front Populaire, che avrebbe dovuto rappresentare una speranza di cambiamento, è diviso come non mai. Le differenze fra i partiti che formano la coalizione elettorale, in particolare fra il Partito Socialista e la France Insoumise, sono esplose. Da ormai due settimane non riescono ad arrivare al consenso per un candidato premier. Jean-Luc Mélenchon ha nuovamente invitato Macron a “nominare senza indugio un primo ministro del Nouveau Front Populaire”, ma le divisioni interne hanno vanificato ogni sforzo.

I socialisti hanno proposto Laurence Tubiana come candidata, ma il partito di Mélenchon non vuole il voto, bensì una decisione consensuale. E così, mentre la sinistra litiga, Macron continua a fare il bello e il cattivo tempo. Ha dichiarato di voler prima capire la struttura della nuova Assemblea, poi ci sono le Olimpiadi, le ferie… ed è lampante a tutti che si tratta solo di una scusa per guadagnare tempo e consolidare il suo potere.

Il popolo francese abbandonato

E il popolo francese? Ah, il popolo francese resta a guardare, disilluso e tradito. La promessa di cambiamento si è trasformata in un incubo di manipolazioni politiche e giochi di potere. Macron aveva promesso una nuova era, ma ci ha regalato solo un vecchio trucco da prestigiatore d’antan. La destra è furiosa, la sinistra è divisa e il Rassemblement National è escluso.

Le elezioni dovevano rappresentare una svolta, un momento di cambiamento. Invece, ci ritroviamo con lo stesso vecchio gioco, con gli stessi vecchi trucchi. Macron è riuscito a mantenere il controllo, ma a che prezzo? Il prezzo è la fiducia del popolo francese, la speranza di un vero cambiamento.

In conclusione, quello che stiamo vedendo è un triste spettacolo di manipolazioni politiche e tradimenti. Macron ha dimostrato di essere un maestro del colpo di mano, ma ha anche dimostrato di non avere alcun rispetto per la volontà del popolo. E mentre lui si gode il suo trono, il popolo francese resta a guardare, tradito e disilluso.

Ma i francesi, la storia insegna, prima o poi rialzano la testa…

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Pubblicato inPolitica

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