Venerdì 25 ottobre, l’Università IULM di Milano ospiterà un convegno di grande rilevanza, organizzato dalla Fondazione Terra Santa: Cento anni di guerra in Medio Oriente – 7 ottobre, un anno dopo. Un evento che non si limita alla celebrazione di un anniversario, ma rappresenta un’occasione per riflettere sulle cause e le conseguenze di un secolo di conflitti nel cuore del mondo arabo. Dalla genesi del fallimento degli Accordi di Oslo fino ai fondi del Qatar per Hamas, passando per le sfide strategiche dell’Iran, questo convegno offrirà uno sguardo approfondito sulle questioni più spinose del Medio Oriente contemporaneo.
Ad aprire l’evento sarà il professor Guido Formigoni, prorettore della IULM, che darà il benvenuto e introdurrà i relatori. Si partirà con l’intervento di Enrico Palumbo, ricercatore presso la stessa università, che esplorerà le ragioni storiche dietro il fallimento degli Accordi di Oslo, quell’intesa che aveva suscitato speranze di pace, poi tragicamente disattese.
A seguire, Eleonora Ardemagni dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI), analizzerà il ruolo delle monarchie sunnite del Golfo e degli Accordi di Abramo, cruciali nel ridefinire gli equilibri geopolitici della regione. La pausa sarà seguita dall’intervento della giornalista RAI Giulia Bosetti, che svelerà come i fondi del Qatar, attraverso Israele e Giordania, abbiano finanziato Hamas, evidenziando legami tra affari e politica in Cisgiordania.
Infine, il professor Riccardo Redaelli dell’Università Cattolica di Milano chiuderà la mattinata con una riflessione sulla nuova strategia dell’Iran, paese chiave nella regione, e sulle sue fragilità interne che coesistono con politiche di securitizzazione estrema.
L’incontro non sarà solo un momento di studio e analisi accademica, ma un’opportunità per comprendere meglio le dinamiche di una regione che continua a essere il centro di scontri geopolitici che travalicano i confini locali, con implicazioni globali. Un appuntamento da non perdere per chi vuole approfondire e interrogarsi sulle sfide future di un Medio Oriente ancora lontano dalla pace.
Sii il primo a commentare