Avete presente quando, da piccoli, vi dicevano di non giocare con i fiammiferi? “Ti bruci!” gridavano mamma e papà. Era un avvertimento semplice, logico, ma soprattutto efficace. Ma adesso, mentre la NATO fa rullare i tamburi di guerra con la sua ultima esercitazione nucleare “Steadfast Noon”, mi sembra che i grandi del mondo, coloro che dovrebbero essere più saggi, stiano facendo esattamente il contrario: stanno giocando con un fiammifero gigantesco. Solo che qui non rischiamo solo una scottatura. No, qui stiamo parlando di bruciare l’intero pianeta.
Pensateci un attimo. La NATO ha appena dato il via a “Steadfast Noon”, una simpatica esercitazione nucleare che coinvolge 2.000 militari e 60 aerei. Ma non stiamo parlando di aerei qualsiasi, tipo quelli che vediamo nei film d’azione che volano radenti il mare. No, qui si tratta di bombardieri e caccia capaci di trasportare armi nucleari. Quei simpatici ordigni che, se per caso cadono nel posto sbagliato, trasformano tutto in un deserto radioattivo. Niente più spiagge esotiche, niente più Instagram stories sulle Alpi, solo polvere e radiazioni. Che bellezza!
Ma tranquilli, la NATO ci rassicura subito: “Sono solo manovre difensive, non c’è nessun pericolo”. Certo, come no. Come quando il vicino dice: “Sto solo controllando che la mia pistola funzioni, non preoccuparti”. E poi lo trovi sul balcone che mira alla tua macchina. Ma siamo seri? Dobbiamo credere davvero che sia solo una precauzione? Che stanno giocando a fare i cowboys nucleari solo per la nostra protezione?
La retorica della protezione e la realtà della provocazione
La NATO, una delle più potenti alleanze militari del mondo, ci dice che queste esercitazioni servono per “testare la sua deterrenza nucleare”. Che in parole povere significa: “Vogliamo vedere se le nostre bombe nucleari sono ancora belle potenti e funzionanti”. Ah, che sollievo! Come se il mondo non fosse già abbastanza sull’orlo del baratro, con tensioni internazionali che vanno dalla guerra in Ucraina alle schermaglie con la Russia. Qual è la soluzione della NATO? Facciamo volare in giro aerei pieni di bombe nucleari. Che male può fare, no?
E chi sono i protagonisti di questo grande show? Paesi come il Belgio, i Paesi Bassi, la Danimarca e il Regno Unito. Sì, avete capito bene, questi ameni paesaggi europei, famosi per i mulini a vento, la birra e il tè delle cinque, si trasformano per qualche giorno in palcoscenici di esercitazioni nucleari. Ma tranquilli, tutto sotto controllo. Cosa c’è di più rassicurante che vedere un bombardiere nucleare sorvolare il Big Ben?
La NATO ci dice che lo fa per “proteggere tutti gli alleati”. Ma proteggere da chi, esattamente? Forse dagli stessi alleati, visto che le probabilità di un errore o di un incidente, quando si gioca con ordigni nucleari, non sono proprio trascurabili. Come quella volta in cui gli americani, durante la Guerra Fredda, per errore avevano lasciato cadere una bomba nucleare su una fattoria in North Carolina. E per fortuna che non esplose. Ma lo vedete, il rischio c’è, è reale, non si tratta solo di discorsi teorici.
La doppia faccia di Joe Biden
E qui arriva il colpo di scena, come in ogni buon film. Chi è uno dei protagonisti di questa farsa nucleare? Joe Biden, l’uomo che, con un piede già nella storia, parla di pace e riduzione degli arsenali nucleari. Sì, avete capito bene. Lo stesso Joe Biden che, nei discorsi pubblici, ci dice che dobbiamo lavorare per un mondo senza armi nucleari, sta permettendo che la NATO continui a esercitarsi con queste stesse armi. Non è meraviglioso?
Da un lato, Biden dichiara che bisogna ridurre gli arsenali. Dall’altro, la NATO intensifica le esercitazioni nucleari. Una schizofrenia politica degna di un manuale di psichiatria. È come se il cuoco del ristorante vi dicesse: “Non mangiate troppa pasta, fa male alla salute”, e poi vi portasse un piatto stracolmo di carbonara. Incoerenza allo stato puro.
L’ipocrisia dei media
E poi, c’è il ruolo dei media. Quando leggete sui giornali o ascoltate le notizie in TV, queste esercitazioni vengono dipinte come una semplice “preparazione”. Qualcuno potrebbe persino chiamarle “routine”. Routine? Siamo arrivati al punto in cui simulare una guerra nucleare diventa una cosa di tutti i giorni, come prendere il caffè la mattina?
I media ci presentano queste manovre con un tono calmo e rassicurante, quasi a volerci far dimenticare di cosa si tratta veramente. Non una volta si sente la parola “rischio”. Non una volta si parla delle conseguenze catastrofiche di un’escalation nucleare. Non una volta si dice chiaramente che giocare con armi nucleari è come giocare alla roulette russa con sei proiettili nel tamburo.
E non è che manchino gli esperti che potrebbero alzare la voce. Gli esperti ci sono, e molti di loro gridano al pericolo. Ma chi li ascolta? Le voci critiche vengono ignorate, marginalizzate. Non fanno audience, non vendono pubblicità. Meglio concentrarsi sul prossimo scandalo gossip o sul reality show di turno.
La NATO e il complesso bellico-industriale
E qui entriamo nel cuore del problema. Non pensiate che queste esercitazioni siano semplicemente un modo per “testare la deterrenza”. No, qui c’è molto di più. La NATO è parte di quel gigantesco meccanismo chiamato complesso bellico-industriale. Un’alleanza nata per difendere, ma che col tempo si è trasformata in una macchina per mantenere il controllo globale e assicurare che le industrie delle armi non smettano mai di guadagnare.
Ogni esercitazione, ogni missile, ogni caccia che sorvola i cieli europei rappresenta milioni di dollari che finiscono nelle tasche delle aziende che costruiscono queste armi. Per loro, il rischio di un conflitto nucleare è un dettaglio insignificante. L’importante è che gli ordini continuino a fioccare e che la produzione non si fermi mai.
Non siate ingenui: la NATO non sta solo difendendo gli alleati. Sta proteggendo un sistema economico basato sulla guerra e sulla distruzione. Un sistema che prospera sulle paure delle persone, sull’idea che il mondo sia un posto pericoloso e che l’unica soluzione sia avere più armi, più bombe, più deterrenza. Ma fino a che punto?
La follia della deterrenza nucleare
Il concetto di deterrenza nucleare è già di per sé una follia. L’idea che la pace possa essere mantenuta minacciando l’annientamento totale è un paradosso degno di una distopia orwelliana. Eppure, ci siamo abituati a questa logica malata. Abbiamo accettato l’idea che avere migliaia di testate nucleari pronte a essere lanciate in ogni momento sia normale.
Ma non lo è. Non è normale vivere con la costante minaccia di un conflitto nucleare. Non è normale che le potenze mondiali si preparino alla distruzione di massa come se fosse un’esercitazione qualsiasi. Non è normale che si giochi con la vita di milioni di persone come se fosse una partita a scacchi.
Eppure, eccoci qui. Ogni anno, nuove esercitazioni, nuovi test, nuove bombe più potenti e più distruttive. Ma dove ci porterà tutto questo?
Sii il primo a commentare