Nell’indifferenza generale l’Unione Europea sta decidendo di mettere fuori mercato 16 milioni di immobili con il pretesto dello zero emissioni di CO2
Il Great reset, il piano annunciato dal World Economic Forum e del quale non perde occasione di parlarne il suo fondatore Klaus Schwab, procede a grandi passi nell’indifferenza generale. L’obiettivo è creare una società “felice”, egualitaria, sostenibile, modellata su nuovi paradigmi economici e sociali, in cui tutti godranno di un “reddito di cittadinanza” e non saranno più proprietari di nulla. Un copione, quello delle società perfette create a tavolino, già visto e che ha portato anziché alla felicità ad una anticipazione terrena dell’inferno, fatto di violenza, miseria, oppressione. Ci hanno provato i giacobini con la Rivoluzione francese, ci hanno provato i bolscevichi in Urss, Mao in Cina e infine Pol Pot in Cambogia. Tutti esperimenti falliti di utopie annegate nel sangue.
Adesso ci provano gli oligarchi multimiliardari, i tecnocrati e altre oscure elite che si vantano di poter guidare i destini del mondo potendo orientare buona parte della classe politica delle nazioni occidentali e controllare entità sovrannazionali come l’Unione Europea, che si sta muovendo proprio nella direzione che Schwab e la sua cricca hanno spiattellato in libri e perfino in video diffusi in rete, alla faccia di chi vorrebbe ridurre tutto quanto a “complottismo”.
Come ormai noto parte del piano prevede che i cittadini vengano innanzitutto espropriati dei loro beni: la moneta, l’automobile, la casa… al fine, non dichiarato ovviamente, di annullarne la libertà, rendendoli tutti dipendenti dal “sistema”, che sarà in grado di controllare tutti noi attraverso la tecnologia digitale, come avviene oggi in Cina, e di cui abbiamo avuto una eloquente anticipazione con l’adozione del green pass col pretesto della emergenza sanitaria.
Sull’esproprio del contante c’è stata in Italia per fortuna una piccola battuta d’arresto grazie al governo Meloni, che ha mitigato, anche se di poco, quanto disposto dai precedenti governi di sinistra, secondo i quali dal 31 Dicembre di quest’anno tutte le transizioni dovevano eseguirsi tramite Pos. Entro il 2035 invece, grazie all’Unione europea, la maggior parte di noi sarà espropriato dell’automobile, in quanto si sta andando verso l’approvazione definitiva della proposta già passata dal Parlamento europeo di stop alla vendita di auto e veicoli commerciali leggeri a benzina, diesel e con motori a combustione interna a partire dal 2035. Chi vorrà muoversi lo potrà fare solo con i costosissimi veicoli elettrici che solo pochissimo potranno permettersi.
Ma un’altra tegola, dalle conseguenze ben più devastanti si sta per abbattere sulle nostre teste, oltretutto nella generale indifferenza. Sempre con il pretesto della ormai famigerata salvaguardia ambientale – che sta diventando il passepartout per ogni controproducente cretinata – è in discussione nei palazzi Ue il piano per l’efficienza energetica secondo il quale dal 2030 le case e gli appartamenti dalla classe G alla F, dovranno essere ad emissioni zero. Questo significa che oltre 16 milioni di edifici che appartengono alla classe energetica più bassa corrono il rischio di non poter essere venduti.
Immaginate cosa significa per le famiglie, che in Italia hanno trovato nel mattone la principale forma di investimento dei propri risparmi. Oltretutto dopo che lo sciagurato governo Monti ha aumentato la tassazione sugli immobili causando almeno in parte il crollo del mercato, col risultato che parecchie famiglie con mutuo a carico si troveranno ad aver pagato la propria abitazione fino al doppio del suo attuale valore di mercato. Le suddette famiglie non faranno in tempo ad estinguere il loro debito con la banca che dovranno subito aprirne un altro per i lavori di adeguamento energetico, a meno il Governo non venga in soccorso con incentivi di cui al momento neppure si parla e che la sempre più precaria situazione economica italiana rende alquanto aleatori.
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