Stando alle immagini satellitari, le apparecchiature non sarebbero presenti sugli edifici diplomatici russi in Italia. In Europa, invece, ci sono almeno 182 antenne su 39 edifici: a Madrid, Praga, Belgrado, Lisbona, Sofia e Nicosia ci sono almeno 10 dispositivi. Potrebbero, però, essere di più dal momento che il consorzio ha documentato solo quelle visibili. Ma a preoccupare non è solo il numero sostengono i giornalisti. Non è una novità, spiega il report, che sui palazzi diplomatici vengano posizionate antenne, ma l’insieme di quelle che si trovano sulle ambasciate russe – antenne paraboliche o a palo, ma anche antenne a schiera direzionali Uda o antenne a frusta – permettono di ascoltare i segnali del territorio su cui si trovano, intercettando anche i cellulari. Non sarebbero in grado, però, di trasmettere informazioni al ministero degli Esteri russo.
Questo sistema elettronico aiuterebbe Mosca a sopperire alle espulsioni dei diplomatici russi dalle ambasciate, spesso segnalati come spie, secondo il Dossier Center. Dall’inizio del 2022, circa 400 diplomatici russi sono stati espulsi dai Paesi europei: si tratta di un record assoluto. Nell’estate del 2022, il Dossier Center denunciò che almeno cinque dipendenti espulsi dell’ambasciata russa in Belgio avevano una formazione ingegneristica nel campo della tecnologia informatica o delle comunicazioni radio e prestavano servizio nelle unità competenti dell’intelligence russa. Casi simili si sono verificati in Svezia, Polonia, Estonia e Lituania.