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Il presidente del comitato di Difesa della Duma fa sapere che la milizia non sarà più impiegata: «Gli è stato sottoposto un contratto col ministero, ha rifiutato di firmarlo»

I miliziani del gruppo Wagner non combatteranno più in Ucraina. A chiudere definitivamente la porta ai «rivoltosi» agli ordini di Yevgeny Prigozhin è oggi un esponente di peso del partito di governo di Vladimir Putin, Andrey Kartapolov.

Il presidente del comitato di Difesa della Duma ha ufficializzato la fine del coinvolgimento in Ucraina della milizia, spiegando, citato dall’agenzia statale Tass, che la ragione è da attribuirsi al rifiuto di Prigozhin di firmare il contratto con il ministero della Difesa russo che avrebbe determinato di fatto lo smantellamento della milizia.

Pochi giorni prima dell’ammutinamento, ha spiegato Kartapolov, il ministero della Difesa di Mosca aveva chiesto a tutti i gruppi che svolgono compiti di combattimento di firmare un contratto. Ebbene, «tutti hanno iniziato a prendere questa decisione, tranne Prigozhin. Gli fu detto pertanto che la Wagner non avrebbe più preso parte all’operazione militare speciale né gli sarebbe più stati allocati finanziamenti o forniture».

Una ricostruzione questa che sembra coincidere con quella data 48 ore dopo la fallita rivolta da Prigozhin, che in un lungo messaggio audio aveva spiegato come essa non fosse stata mirata a rovesciare Putin, ma a «protestare» contro i vertici del Cremlino che minacciavano di sciogliere la milizia a partire dal 1° luglio.

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