In un universo non troppo lontano, esattamente in quella Scozia che sembra aver preso un po’ troppo alla lettera il “Felix Felicis” dell’iper-progressismo, si sta consumando una saga degna del miglior capitolo di Harry Potter. E chi se non la Scozia, terra di leggende e magie antiche, potrebbe trasformarsi nell’epicentro di un tale scontro ideologico che sembra uscito direttamente dalle pagine di un romanzo fantasy?
Negli ultimi anni, questa terra incantata si è distinta per una fervente caccia alle streghe (o dovremmo dire, caccia ai non-allineati), con leggi invocate dalla comunità LGBT più rapida di un “Expelliamus” lanciato in un duello tra maghi. Hanno approvato norme senza battere ciglio, con l’entusiasmo di un primo anno a Hogwarts che scopre di poter incantare oggetti. Tra queste, una “legge gender free” che sembra essere stata concepita nella stessa Stanza dei desideri, permettendo a chiunque di cambiare genere anagrafico a partire dai 16 anni, semplicemente apponendo la propria firma in un registro magico.
Ma, come in ogni buona storia che si rispetti, l’ultimo sortilegio di Edimburgo ha introdotto punizioni degne della Foresta proibita per chi osa esprimere idee contrarie all’identità di genere. Sembra che chi non si allinea alla nuova dottrina rischi di finire nei guai più neri di una notte senza luna al lago nero. E così, perfino la nostra amata JK Rowling, la mamma di Harry Potter, si trova nel mirino di quella che potremmo chiamare la “galassia arcobaleno”, minacciata di denunce multiple come se fossero maledizioni lanciate da un gruppo di Mangiamorte.
L'”Hate Crime Act”, che entrerà in vigore questo primo d’aprile (e no, non è uno scherzo degno dei gemelli Weasley), punta la sua bacchetta contro chi sostiene concetti apparentemente arcaici, come l’esistenza di due soli sessi. Estende l’incantesimo dell'”incitamento all’odio” a territori finora inesplorati, rendendo la libera espressione un terreno più minato di una partita a Quidditch senza regole.
Douglas Ross, il nostro coraggioso Grifondoro locale (sebbene forse si identificherebbe meglio con i colori di un’altra casa), leader dei conservatori scozzesi, ha definito la legge un vero “caos”, sottolineando come persino dichiarazioni “perfettamente ragionevoli” possano trasformare chiunque in un bersaglio di denunce, come se fosse stato colpito da un “Avada kedavra” legale.
Questa legge, per come è stata incantata, rappresenta un attacco frontale alla libertà di parola, con pene severe previste per chi osa esprimere opinioni negative su una serie di temi, dall’età alla disabilità, dalla razza alla religione, dall’orientamento sessuale all’identità transgender. Sembra che il Ministero della magia abbia deciso di introdurre il “Codice di condotta di Umbridge” nel mondo babbano.
E poi c’è lei, JK Rowling, l’incorreggibile dissidente, già da tempo nel mirino dei talebani della comunità LGBT per crimini di “misgendering”, come se avesse osato nominare “Voldemort” ad alta voce. La nostra coraggiosa scrittrice, tuttavia, non ha intenzione di arrendersi al silenzio imposto, continuando a sostenere che “a man is a man”, sfidando le nuove leggi come se stesse combattendo contro il Basilisco con nient’altro che uno specchio in mano.
Una cosa è chiara: la Scozia sta vivendo un momento di scontro culturale che potrebbe benissimo essere narrato in un capitolo aggiuntivo della saga di Harry Potter. Con la stessa determinazione di Hermione che studia per gli esami, JK Rowling si erge contro la tempesta, pronta a diventare la nuova David Irving in un mondo che sembra aver perso il senso della realtà sotto l’effetto di un “Confundus”.
In conclusione, mentre la furia iper-progressista tenta di soffocare ogni forma di dibattito con un “Silencio”, la saga scozzese continua. Con una penna in mano (o forse una bacchetta), Rowling ci ricorda che, nonostante le minacce e le leggi controversie, il buonsenso deve sempre prevalere, come la luce di un “Patronus” nell’oscurità più profonda. La battaglia per la libertà di espressione in Scozia è appena iniziata, e il suo esito potrebbe essere altrettanto epico di quello della Battaglia di Hogwarts.
Sii il primo a commentare