L’approvazione recente, da parte del Parlamento europeo, di una risoluzione che prevede l’introduzione del “diritto all’aborto” nell’articolo 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea ha suscitato non poco sdegno e preoccupazione. Con 336 voti favorevoli, questa decisione non solo solleva questioni etiche profonde, ma rivela anche una sorprendente mancanza di considerazione per la vita nascente. La risoluzione non si limita a proporre una norma, ma promuove un cambiamento culturale che potrebbe avere impatti devastanti.
La schiacciante contraddizione italiana
Le colpe dei favorevoli
L’atteggiamento dei partiti come il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle, Azione (Calenda) e Italia Viva (Renzi) che hanno sostenuto la risoluzione è non solo deludente, ma rivelatore di una forte perdita di valori. Essi hanno scelto di appoggiare una normativa che contraddice profondamente il rispetto per la vita umana più indifesa, quella non ancora nata. Questo sostegno può essere interpretato come un segnale allarmante della loro disposizione a sacrificare principi fondamentali in favore di una politica populista e spregiudicata.
Fratelli d’Italia e la Lega: bastioni di resistenza
Fratelli d’Italia e la Lega, con i loro voti contrari, hanno dimostrato un impegno verso la difesa della vita. Tuttavia, il loro sforzo è stato eclissato dalla marea di favorevoli che ha preferito ignorare le implicazioni morali della questione. Le poche voci di dissenso come quelle di Bonfrisco e Gancia all’interno della Lega sono un triste promemoria di quanto il senso di coerenza interna sia sfuggente anche nei partiti tradizionalmente più conservatori.
Forza Italia: un disastro annunciato
Forza Italia, con la sua divisione interna evidente dai voti discordanti, ha mostrato una mancanza di direzione morale preoccupante. La posizione ambigua di alcuni suoi membri dimostra una frattura ideologica che mina la credibilità del partito come difensore dei valori tradizionali. In particolare, il sostegno di Mussolini e Vuolo alla risoluzione è una macchia indelebile, che segnala un pericoloso scivolamento verso l’opportunismo politico.
Le ramificazioni di una decisione contestata
Il valore simbolico e le sue conseguenze
Sebbene la risoluzione abbia un valore prettamente simbolico, il messaggio che trasmette è inequivocabile: l’Unione europea sta spingendo per un’allontanamento dai principi di sacralità della vita. Questo approccio non solo è in conflitto con le leggi nazionali di molti Stati membri, ma pone le basi per future battaglie legali e culturali che potrebbero rivelarsi divisive e dolorose.
Una Carta dei diritti fondamentali sotto assedio
L’idea di modificare la Carta dei diritti fondamentali per includere l’aborto come diritto è una mossa che mina le fondamenta stesse su cui l’Unione europea si è costruita: il rispetto e la tutela di ogni essere umano. Se il concepito non è degno di protezione, quale sarà il prossimo passo? Questa è una domanda che tutti gli europei dovrebbero porsi con grande serietà.
Una chiamata all’azione
Di fronte a questa svolta culturale, gli elettori alle prossime Europee hanno la responsabilità di riflettere profondamente sulle implicazioni di tali decisioni. È essenziale che la cittadinanza sia informata e pronta a rispondere con il proprio voto, penalizzando quei partiti che hanno scelto di tradire i principi fondamentali di rispetto per la vita. Solo attraverso un impegno attivo e consapevole sarà possibile garantire che le future generazioni ereditino un’Europa che valorizza ogni vita, non solo quelle già nate.
Così gli eurodeputati italiani
Riportiamo di seguito i voti favorevoli, contrari, le astensioni e le assenze degli eurodeputati italiani.
Favorevoli all’aborto come “diritto fondamentale”
Forza Italia (2): Alessandra Mussolini, Lucia Vuolo. Lega (1): Gianna Gancia. Partito Democratico (9): Pietro Bartolo, Andrea Cozzolino, Brando Benifei, Paolo De Castro, Camilla Laureti, Alessandra Moretti, Pina Picierno, Giuliano Pisapia, Irene Tinagli. Movimento 5 Stelle (7): Tiziana Beghin, Maria Angela Danzì, Laura Ferrara, Dino Giarrusso, Sabrina Pignedoli, Ignazio Corrao, Rosa D’Amato. Azione (1): Fabio Massimo Castaldo.
Contrari
Fratelli d’Italia (7): Sergio Berlato, Elisabetta De Blasis, Carlo Fidanza, Chiara Maria Gemma, Pietro Fiocchi, Denis Nesci, Nicola Procaccini. Lega (15): Matteo Adinolfi, Alessandra Basso, Paolo Borchia, Marco Campomenosi, Susanna Ceccardi, Rosanna Conte, Paola Ghidoni, Valentino Grant, Danilo Oscar Lancini, Elena Lizzi, Antonio Maria Rinaldi, Maria Veronica Rossi, Annalisa Tardino, Isabella Tovaglieri, Marco Zanni. Forza Italia (4): Aldo Patriciello, Lara Comi, Salvatore De Meo, Stefania Zambelli. Sudtiroler Volkspartei (1): Herbert Dorfmann.
Astenuti
Lega (1): Anna Cinzia Bonfrisco.
Assenti
Forza Italia (6): Isabella Adinolfi, Caterina Chinnici, Matteo Gazzini, Fulvio Martusciello, Francesca Peppucci, Massimiliano Salini. Lega (5): Massimo Casanova, Angelo Ciocca, Gianantonio Da Re, Alessandro Panza, Silvia Sardone. Fratelli d’Italia (3): Giuseppe Milazzo, Vincenzo Sofo, Raffaele Stancanelli. DC (1): Francesca Donato. Partito Democratico (8): Mercedes Bresso, Peatrice Covassi, Franco Roberti, Elisabetta Gualmini, Daniela Rondinelli, Massimiliano Smeriglio, Patrizia Toia, Achille Variati. Movimento 5 Stelle (2): Mario Furore, Marco Zullo. Italia Viva (1): Nicola Danti. Azione (1): Giuseppe Ferradino.