A due anni e due mesi dall’inizio del conflitto in Ucraina, la Federazione Russa continua a sorprendere osservatori e analisti per la sua resilienza e capacità di mantenere un impegno bellico esteso molto più a lungo del previsto. In questo vasto scenario di guerra, dove le dinamiche interne ed esterne si intrecciano complicatamente, emergono questioni di vasta portata che meritano un’analisi approfondita.
Controllo ferreo e sfide interne
Nonostante le evidenti crepe nel sistema causate da episodi come la sollevazione dei “wagneriani” guidati da Yevgeny Prigozhin e le vicende legate alla tragica morte dell’oppositore Alexey Navalny, il regime di Vladimir Putin sembra tenere saldamente le redini del potere. L’ultima tornata di elezioni presidenziali ha riconfermato questa impressione, mostrando un fronte interno apparentemente compatto e inattaccabile. Ma è davvero così?
Sul fronte economico, la Russia sembra aver trovato modi creativi per aggirare le sanzioni imposte dall’Occidente, sviluppando canali di commercio alternativi e organizzando una “flotta fantasma” per evadere le sanzioni internazionali. Questa capacità di adattamento economico è di per sé un segno di una notevole flessibilità strategica e di un pragmatismo che molti non si aspettavano.
Il peso della guerra
La guerra, però, ha un costo elevato. Il bilancio russo del 2024 destina già un terzo delle sue risorse alle spese per la difesa. Questo sforzo non è sostenibile a lungo termine senza conseguenze significative per l’economia interna. Di recente, il Cremlino ha annunciato l’introduzione di una nuova tassa sui grandi capitali, la prima in più di dieci anni. Questa mossa suggerisce una ricerca disperata di fondi, indicativa del crescente peso economico che la guerra sta esercitando sulla Russia.
Secondo gli esperti, il timing di questa tassa è strategicamente calcolato per toccare le fasce più agiate della popolazione, evitando così di instigare il malcontento nelle classi più basse, già gravate dal fornire manodopera per il fronte. Questo è un chiaro segno che il governo sta cercando di bilanciare la necessità di finanziare la guerra con la crescente pressione interna per mantenere la stabilità sociale.
Movimenti politici e strategie di potere
L’arresto del vice-ministro della Difesa, Timur Ivanov, è un ulteriore indizio di turbolenze all’interno dell’élite politica russa. Questo episodio è percepito da molti come una mossa di Putin per mantenere il controllo e bilanciare le forze all’interno del suo governo, soprattutto dopo la risoluzione del confronto con Prigozhin e l’apparente stabilizzazione della posizione del Ministro della Difesa, Sergei Shoigu.
Prospettive future
Mentre la Russia sembra navigare queste acque tumultuose con una certa abilità, resta da vedere quale sarà il costo a lungo termine di questa guerra per il Paese. Gli sforzi bellici continui e la necessità di mantenere un fronte interno stabile potrebbero esaurire le risorse e la pazienza del popolo russo. Inoltre, la possibilità di ulteriori sanzioni potrebbe isolare ulteriormente la Russia sul palcoscenico internazionale.
Non si può ignorare il fatto che la Russia ha mostrato una resilienza impressionante finora. Tuttavia, i segnali di stress economico e politico suggeriscono che il futuro potrebbe portare sfide ancora maggiori. Il regime di Putin sarà in grado di navigare queste acque agitate mantenendo il controllo del Paese, o vedremo una Russia che emerge dalla guerra significativamente indebolita, sia internamente che sulla scena mondiale?