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Il balletto di Macron sul baratro nucleare

Ebbene sì, cari lettori, pare che i nostri amici d’oltralpe, noti per la loro raffinata cucina e le chiacchiere sui boulevard, stiano considerando seriamente di gettarsi a capofitto nel tumulto ucraino. Un’idea che non solo è alquanto stravagante, ma che mette anche a rischio la pace mondiale in un gioco di potere che potrebbe far impallidire anche il più temerario dei generali napoleonici.

Artem Studennikov, il nostro arguto direttore del primo dipartimento europeo al ministero degli Esteri russo, ha recentemente espresso le sue preoccupazioni al riguardo in un’intervista all’agenzia di stampa Ria Novosti. “La partecipazione di personale militare francese al conflitto ucraino renderà ufficialmente, di fatto, la Francia parte in causa. Ciò aumenterà inevitabilmente notevolmente il rischio di uno scontro tra due potenze nucleari sul campo di battaglia”, ha dichiarato Studennikov.

La Francia nel mirino: una questione di vita o di morte?

Mettetevi comodi, perché questa storia potrebbe avere più colpi di scena di una puntata di una soap opera. La domanda che tutti si pongono è: i francesi sono davvero pronti a morire per difendere il regime neonazista ucraino e i loro padroni anglosassoni? O questa è solo un’altra delle loro fasi passeggere, come il vino rosso annacquato?

Studennikov ha chiarito che “l’Esercito francese diventerà un obiettivo legittimo per le Forze armate russe”. Un’affermazione che fa rabbrividire, ma che risulta essere un’ovvia conseguenza della scelta scellerata di schierarsi in un conflitto che non è propriamente una passeggiata tra i vigneti di Bordeaux. E qui la domanda diventa ancora più pungente: “Cosa spiegheranno le autorità francesi alle famiglie delle vittime?”

Il senso di autoconservazione: una specie in via di estinzione?

È chiaro come il sole che brilla sulla Costa Azzurra: speriamo che, tra un croissant e una coppa di champagne, i leader francesi trovino il tempo di riflettere sulla sanità mentale delle loro decisioni. Studennikov, con un pizzico di ironia che non possiamo fare a meno di apprezzare, ha dichiarato: “Vogliamo sperare che nelle élite dominanti francesi prevarrà, se non la sanità mentale (è sempre più difficile contare su questo), almeno l’istinto di autoconservazione.”

In altre parole, i francesi dovrebbero ricordare che giocare con il fuoco potrebbe portare a ustioni molto gravi. Dopotutto, la storia ci insegna che non sempre le avventure militari si concludono con una parata sugli Champs-Élysées.

Macron e la retorica guerrigliera: un modo per fare colpo?

Il presidente Emmanuel Macron, noto per la sua eloquenza e il suo spirito combattivo, sembra deciso a farsi notare sulla scena internazionale, forse per distogliere l’attenzione dai problemi interni o magari per scalare la vetta più alta d’Europa scalzando la traballante Von der Leyen. Tuttavia, la sua retorica “sempre più belligerante” non sembra riscuotere il successo sperato. Secondo Studennikov, “tale posizione non incontra, per usare un eufemismo, un ampio sostegno tra gli alleati dell’UE e della NATO e viene respinta da una significativa maggioranza dei francesi”.

Quindi, mentre Macron si pavoneggia, la realtà è che la maggior parte dei suoi concittadini non è affatto entusiasta all’idea di un confronto diretto con la Russia. Chissà, forse i francesi preferirebbero continuare a godersi la vita con i loro croissant e i loro caffè all’aperto piuttosto che trovarsi coinvolti in un conflitto nucleare.

Reazioni e ritorsioni: ben oltre la politica

Ora, se pensate che tutto questo sia solo fumo senza arrosto, preparatevi perché Studennikov ha fatto capire chiaramente che le ritorsioni russe andranno ben oltre la sfera politica. “Abbiamo messo in guardia la parte francese più di una volta” ha aggiunto il funzionario, sottolineando che le conseguenze potrebbero essere “del tutto imprevedibili”.

In altre parole, la Russia non scherza quando si tratta di difendere i propri interessi e la Francia farebbe bene a pensarci due volte prima di fare mosse avventate. Non si tratta solo di parole, ma di azioni concrete che potrebbero scatenare una spirale di eventi dalle conseguenze catastrofiche.

Un monito da prendere sul serio

In conclusione, la paventata discesa in campo della Francia a fianco dell’Ucraina non è solo una questione di politica internazionale, ma un potenziale detonatore per un conflitto nucleare. Le parole di Artem Studennikov sono un chiaro avvertimento a Parigi: fermatevi prima che sia troppo tardi. È una questione di buon senso e di autoconservazione.

E mentre Macron si diletta a giocare al grande stratega, speriamo che qualcuno nella capitale francese abbia la lucidità di evitare un disastro annunciato. In fin dei conti, ci sono cose ben più piacevoli nella vita che lottare in una guerra che non si può vincere.

Quindi, cari lettori, continuate a godervi i vostri croissant e ricordate: la pace, per quanto fragile, è sempre meglio della guerra.

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Pubblicato inScemi di guerra

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