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In un mondo dove le sorprese politiche sembrano essere all’ordine del giorno, l’ultima commedia francese non delude mai. Sì, proprio così, la Francia sembra aver deciso di dare una svolta netta a destra, e tutto questo in barba a Emmanuel Macron, l’uomo che fino a ieri si credeva il salvatore dell’Europa. Ma cosa sta succedendo davvero nel Paese dei diritti umani e della rivoluzione permanente? Proviamo a dare una risposta che, a votazioni in corso, sa tanto di pronostico.
L’ascesa dell’estrema destra: Bardella e Le Pen in prima linea
Il Rassemblement National (RN) di Jordan Bardella e Marine Le Pen (nella foto) ha fatto il botto. Il partito, che si è rifatto il look in questi ultimi anni, sta raccogliendo i frutti di una strategia che ha puntato tutto su identitarismo, sicurezza e immigrazione. Ma attenzione, non si tratta più della vecchia guardia che urlava “fuori dall’euro” a ogni angolo di strada. Ora la nuova destra francese ha imparato a giocare la partita europea: non si tratta di scappare, ma di cambiare l’Unione dall’interno.
E così, Marine Le Pen ha preteso che il gruppo di Identità e Democrazia, dove siedono anche gli eurodeputati della Lega, prendesse le distanze dai “filo-nazisti” tedeschi dell’AfD. Un restyling completo, degno di una soap opera. Il giovane Bardella, con il suo look da bravo ragazzo, sa bene che le elezioni europee sono solo il trampolino per un’alleanza più ampia con la destra tradizionale, in vista delle presidenziali.
Macron in panico: il paladino dell’Europa controvento
Dall’altra parte del ring, Macron non se la passa benissimo. Il presidente francese si presenta come il difensore dei valori europeisti contro quella che ha definito “deriva illiberale”. “Bisogna fermare il vento cattivo dell’estrema destra che avanza in tutta Europa” ha detto recentemente in Germania. Ma intanto, in patria, la sua posizione è sempre più traballante.
Macron, che ha sempre cercato di minimizzare l’importanza delle elezioni europee, è preoccupato per l’effetto interno di una possibile sconfitta. “Si tratta di eleggere deputati europei” ha detto, cercando di rassicurare il suo elettorato. Ma chi ci crede davvero? Il suo entourage ha già fatto filtrare che “possiamo convivere con il risultato senza cambiare governo”. Tradotto: siamo nei guai fino al collo, ma faremo finta di niente.
La sinistra alla deriva: un romanzo decadente
E la sinistra? Beh, la sinistra francese è come un vecchio romanzo d’amore finito male. Il Partito Socialista, guidato dal nuovo astro nascente Raphael Glucksmann, tenta un improbabile ritorno alla gloria. Dopo anni di declino, Glucksmann cerca di restituire al popolo socialista l’orgoglio dell’appartenenza. Ma riuscirà davvero a fare la differenza?
D’altro canto, La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon sembra più interessata alla guerra a Gaza che all’agenda europea. Risultato: molti elettori di sinistra potrebbero optare per Glucksmann, delusi dalle derive ideologiche del loro leader.
Destra moderata: un relitto alla deriva
La destra storica, quella dei Repubblicani, sembra ormai un relitto alla deriva. Una volta faro di stabilità e moderazione, ora rischia di essere relegata a un ruolo marginale. Le elezioni europee rappresentano per loro una sorta di ultima spiaggia, ma i sondaggi non lasciano molto spazio all’ottimismo.
Il futuro della politica francese: un puzzle intricato
Quindi, cosa possiamo aspettarci dal futuro? Le elezioni europee non saranno solo una questione di eleggere qualche deputato, ma influenzeranno pesantemente il panorama politico interno. Un Rassemblement National in ascesa potrebbe cambiare gli equilibri per le prossime presidenziali del 2027. Macron dovrà affrontare una crescente opposizione non solo da destra, ma anche da una sinistra che cerca disperatamente di ricostruirsi.
Il gran finale: la svolta della Francia
In conclusione, la Francia sta virando a destra, e lo sta facendo con una determinazione che pochi si aspettavano. Macron, con il suo sorrisetto sicuro e i suoi discorsi europeisti, potrebbe trovarsi presto a fare i conti con una realtà molto diversa. Un presidente che ha cercato di mostrarsi come l’uomo del futuro potrebbe scoprire che il futuro è arrivato troppo in fretta, e con esso, una marea di cambiamenti che non aveva previsto.
Il panorama politico francese è un puzzle intricato, dove ogni pezzo sembra non combaciare mai perfettamente con l’altro. Ma una cosa è certa: la svolta a destra della Francia è un segnale chiaro che non può essere ignorato. E Macron, che si credeva invincibile, dovrà imparare a navigare in acque molto più agitate di quanto avesse previsto.
Poi magari stanotte dalle urne uscirà l’esatto contrario, ma, in ogni caso, noi saremo tutti qui, in prima fila, pronti a goderci lo spettacolo.