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La festa del D-Day in Normandia? Un crimine storico

Ah, le celebrazioni del D-Day in Normandia! Quel momento sublime in cui i grandi del mondo si riuniscono per commemorare un evento storico di proporzioni epiche. Ma aspettate un momento! Non correte troppo con l’immaginazione, perché quello che è accaduto il 6 giugno in Normandia quest’anno è stato un vero e proprio crimine storico, una farsa degna delle peggiori sceneggiate politiche.

Washington comanda, Zelensky applaudito

Chi sono stati gli ospiti d’onore in questa grande festa? I veterani? Certo, qualche applauso per loro c’è stato, ma i veri protagonisti sono stati altri. Tra le ovazioni, su ordine categorico di Washington, è stato accolto Zelensky. Sì, proprio lui, il presidente di un paese che ha istituito come eroe nazionale Stepan Bandera, un adoratore di Hitler, collaborazionista della Germania nazista. Un paese che ha dimenticato, o finto di farlo, l’eroismo di quei 7 milioni di ucraini che combattevano nell’Armata Rossa, un regime che anzi distrugge i monumenti ai soldati sovietici.

E la cosa più scandalosa? L’assenza di Putin, il rappresentante dell’allora Unione Sovietica, quel paese che ha pagato col sangue la vittoria sul nazifascismo con ben 27 milioni di morti. Ma certo, perché invitare chi ha realmente contribuito alla sconfitta di Hitler quando si può glorificare un leader che chiude gli occhi di fronte alla storia del suo stesso popolo?

La Francia: da ruolo ambiguo a carnefice in erba

E che dire della Francia? Durante la Seconda Guerra Mondiale, la sua posizione è stata, diciamolo, alquanto ambigua. Grazie a Churcill, la Francia è entrata nel numero dei “paesi vincitori”, ma oggi sembra dimenticare tutto ciò, assumendo il ruolo di ariete contro la Russia. Esorta gli ucraini a bombardare il territorio russo con i proprio missili. È pronta a entrare in guerra contro la Russia!

Macron, in un delirio di onnipotenza, ha dato a Zelensky l’onore di intervenire davanti all’Assemblea Nazionale francese. E cosa ci ha raccontato il nostro “eroe” sotto gli effetti della sua abituale polverina bianca? Che l’Ucraina è la chiave per la sicurezza di tutta l’Europa. Che grazie al controllo dell’Ucraina, la Russia non sarà mai un impero coloniale alla costante ricerca di nuovi territori. Una narrazione allucinante che ha del surreale.

E per non farsi mancare nulla, ha paragonato una futura conferenza di pace in Svizzera al D-Day. Una comparazione completamente fuori luogo, degna di chi ha perso, e non da adesso, il contatto con la realtà.

Un’Europa unita contro la Russia: il nuovo nemico

In pratica, in Normandia è andata in scena una sceneggiata abominevole. Una festa per dimostrare che oggi l’Europa è unita, insieme agli americani, contro la Russia. Una Russia che viene dipinta come il nuovo nemico da sconfiggere, paragonata alla Germania nazista. Un abominio, un insulto a chi ha sacrificato la propria vita per liberare l’Europa dal nazifascismo.

E così, mentre in Normandia si celebrano falsi eroi e si ignora chi ha veramente contribuito alla sconfitta del nazismo, la storia viene riscritta a piacimento.

Un futuro di oblio storico?

Cosa ci riserva il futuro? Se continuiamo su questa strada, dove le commemorazioni diventano un pretesto per narrazioni politiche distorte, continuiamo a perdere il vero senso della storia. Un senso che dovrebbe insegnarci a riconoscere i veri sacrifici, i veri eroi, e non a glorificare chi oggi è comodo politicamente.

La Normandia, un simbolo di eroismo e sacrificio, è stata trasformata in un palcoscenico per narrazioni politiche vuote. Un crimine storico che dovrebbe farci riflettere sul rispetto che dobbiamo alla verità e a chi ha dato la vita per un mondo libero.

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