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Medvedev: Macron e Scholz? Nella pattumiera della storia!

Cari lettori, ci troviamo di fronte a un momento epocale, uno di quei rari istanti che la storia ci regala per divertirci un po’ alle spalle dei grandi potenti del mondo. E chi, se non Dmitry Medvedev, poteva offrirci uno spettacolo così straordinario? Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ha invitato nientemeno che il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron a ritirarsi nella “pattumiera della storia”. Sì, avete capito bene: nella pattumiera! Un gesto nobile, direte voi, per liberare finalmente i cittadini europei da queste figure tragiche del teatro politico.

La grande performance elettorale europea

Dovete sapere che tutto questo nasce dai risultati delle recenti elezioni del Parlamento europeo. Secondo il nostro Medvedev, questi risultati non sono altro che un gigantesco “vaffa” alle politiche disastrose di Scholz e Macron. Ma non parliamo di un normale fiasco elettorale, no. Qui si tratta di un riflesso delle loro “misure inette” per sostenere l’Ucraina, ovviamente a spese dei poveri cittadini dei rispettivi paesi. Medvedev è stato chiaro: è giunto il momento di dimettersi e fare un bel tuffo nella pattumiera della storia.

La sintesi della critica di Medvedev? Scholz e Macron hanno perso completamente il controllo della situazione. Le loro politiche economiche e migratorie sono definite come “inette, persino idiote”. E chi soffre? I cittadini comuni, quelli che pagano le bollette e si chiedono perché il loro governo continua a sostenere “le autorità di Bandera nell’ex Ucraina”. Non si poteva essere più diretti.

Il re è nudo: la tragedia di Macron

Emmanuel Macron, il golden boy della politica francese, il salvatore d’Europa (o almeno così si autoproclamava), ha visto il suo partito franare come un castello di carte. La sconfitta alle elezioni del Parlamento europeo è stata così devastante che Macron, con un gesto disperato degno di una tragedia greca, ha annunciato lo scioglimento della camera bassa del parlamento. Una mossa che sa di panico, di ultima spiaggia.

Ma cosa ci aspettavamo? Da un rovina-famiglie che ha passato più tempo a fare selfie con il suo sorriso smagliante piuttosto che a governare? Da uno che ha predicato l’europeismo e la solidarietà ma che ha finito per creare più divisioni di quante non ne abbia mai risolte? La verità è che il presidente francese ha perso il contatto con la realtà, troppo impegnato a coltivare il suo ego piuttosto che a rispondere alle vere necessità del suo popolo.

Scholz: l’uomo invisibile

E poi c’è Olaf Scholz. Se Macron è il re nudo, Scholz è l’uomo invisibile. Qualcuno ha mai sentito una dichiarazione incisiva di Scholz su una questione di rilievo? Ha mai preso una posizione chiara e decisa su qualcosa? Se esistesse un premio per la presenza più inutile sulla scena politica europea, Scholz sarebbe il vincitore indiscusso.

Le sue politiche economiche e migratorie sono un disastro, secondo Medvedev. E chi potrebbe contraddirlo? La Germania, una volta faro di stabilità e potenza economica, ora è un paese in declino, in preda a crisi energetiche e sociali. E chi paga? Naturalmente, i cittadini tedeschi, che vedono il loro paese scivolare lentamente ma inesorabilmente verso il baratro.

Valentina Matvienko e il discorso finale

Non possiamo dimenticare Valentina Matvienko, presidente del Consiglio della Federazione, che ha gettato altra benzina sul fuoco definendo Macron e Scholz come “leader nazionali insolventi”. Insolventi! Un termine che suona come una condanna definitiva, un marchio d’infamia che difficilmente potrà essere lavato via.

Un’Europa alla deriva

Questa è la situazione: un’Europa alla deriva, guidata da leader che sembrano più interessati a sostenere le guerre degli altri piuttosto che a risolvere i problemi di casa propria. E chi soffre? I cittadini comuni, quelli che ogni giorno si alzano, vanno a lavorare, pagano le tasse e si chiedono perché i loro leader continuino a fare scelte così disastrose.

E così, mentre Macron e Scholz si preparano per un dignitoso ritiro nella pattumiera della storia, Medvedev osserva compiaciuto, forse con un sorriso ironico sul volto. Perché alla fine, la storia è spietata e non fa sconti a nessuno. E chi non è all’altezza delle sfide, finisce inevitabilmente per essere ricordato solo per i suoi fallimenti.

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Pubblicato inPolitica

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