Vai al contenuto

Ryan James Wedding: dall’Olimpiade al narcotraffico internazionale

A volte le storie più inquietanti non nascono nei bassifondi ma sotto i riflettori. Ryan James Wedding, canadese, snowboarder di talento, atleta olimpico a Salt Lake City 2002, era l’immagine perfetta dello sportivo forgiato dalla neve e dalla disciplina. Una carriera davanti, un nome pulito, il sorriso da poster delle federazioni sportive. E invece, sotto quella patina luccicante, cresceva un’altra vita, un’altra identità. Oggi Wedding non è più ricordato per le sue discese, ma per essere diventato uno dei latitanti più ricercati al mondo, accusato di guidare un impero della droga tanto vasto quanto spietato. Una metamorfosi che lascia senza fiato, un salto nel buio così verticale che nessuna pista nera gli avrebbe mai potuto insegnare a domarlo.

La parabola di una promessa

Il giovane Wedding aveva tutto per costruire un futuro radioso nello sport. Gareggiò alle Olimpiadi invernali del 2002, conquistò riconoscimenti nel circuito internazionale e si fece conoscere come atleta serio e determinato. Ma dietro le medaglie, gli allenamenti e la dedizione, si nascondevano le prime scelte sbagliate. Il passo dalla neve al traffico di stupefacenti fu lento, sotterraneo, quasi invisibile. Eppure inesorabile. Wedding passò dalle piccole attività illecite alla costruzione di una rete criminale transnazionale, capace di muovere tonnellate di cocaina dalla Colombia al Nord America.

Dalla pista al cartello

Secondo le indagini statunitensi e canadesi, Wedding avrebbe trasformato la sua immagine di ex atleta in un’ottima copertura per costruire un’organizzazione tentacolare, con nodi in Colombia, Messico, California e Canada. La droga viaggiava nascosta nei camion, nelle spedizioni commerciali, nei canali che solo le grandi mafie conoscono davvero. Gli inquirenti sostengono che Wedding fosse diventato una figura chiave in un sistema che ricordava, per struttura e violenza, quello dei grandi narcos sudamericani. Non a caso l’FBI ha parlato di lui come di una “moderna versione di Escobar”, un parallelo che la dice lunga sulla scala del fenomeno.

L’organizzazione e la violenza

La sua rete, secondo gli atti, non si limitava a spacciare. Wedding avrebbe ordinato omicidi di testimoni e di persone ritenute un ostacolo o una minaccia per il suo traffico. Alcuni omicidi — fra cui quello di un testimone ucciso a Medellín con modalità efferate — sarebbero stati direttamente commissionati da lui. La violenza non era un effetto collaterale, ma un metodo di lavoro. Negli Stati Uniti, in Canada e in Colombia sono state arrestate decine di persone. Molti erano insospettabili: avvocati, intermediari, figure dalla vita apparentemente normale che orbitavano intorno al suo impero.

La fuga e la taglia da record

Dal marzo 2025 Wedding è ufficialmente nella lista dei dieci latitanti più ricercati dall’FBI, che ha offerto una taglia di 15 milioni di dollari per informazioni utili alla sua cattura. Si ritiene che viva nascosto in Messico, probabilmente protetto da una branca del Cartel de Sinaloa. Una fuga che dura da anni, alimentata da denaro, protezione criminale e da una rete di complicità costruita nel tempo. Ed è proprio questo a rendere la sua storia così inquietante: non il fatto che abbia tradito lo sport, ma che si sia dimostrato capace di costruire un’organizzazione così potente da competere, per struttura e ferocia, con i grandi cartelli della droga.

Il caso Wedding come esempio globale

La vicenda di Ryan Wedding offre un’immagine nitida di ciò che accade quando un volto pubblico, un atleta, una persona apparentemente integra, decide di scavalcare ogni legge e trasformarsi in un signore del narcotraffico. È il segnale che la criminalità internazionale sa infiltrarsi ovunque, anche dove meno ce l’aspetteremmo. E che la globalizzazione non ha solo un volto economico o culturale, ma anche criminale.

Wedding resta un fantasma che si muove tra Messico e Stati Uniti, un nome che compare nei dossier delle intelligence nordamericane e un simbolo della degenerazione totale di un talento gettato alle ortiche. Una storia che più che un film sembra un monito, un avvertimento su quanto sia sottile il confine tra l’eccellenza e l’abisso.

Hey, ciao 👋
Piacere di conoscerti.

Iscriviti per ricevere le ultime notizie nella tua casella di posta, ogni settimana.

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Ti è piaciuto questo post? Allora condividilo!
Pubblicato inDroga

Sii il primo a commentare

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

    PHP Code Snippets Powered By : XYZScripts.com