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Quasi nulla: gran parte della città è distrutta da mesi di combattimenti violentissimi

Sabato scorso la Russia ha annunciato la conquista di Bakhmut, la piccola città ucraina del Donbass che russi e ucraini si contendevano da mesi, con la battaglia finora più lunga e sanguinosa della guerra. L’annuncio della Russia è stato smentito dall’Ucraina, il cui esercito sostiene di controllare ancora una piccola parte della città. Nel frattempo, comunque, Bakhmut è quasi completamente distrutta da mesi di bombardamenti intensi e combattimenti violentissimi, con interi quartieri rasi al suolo e pochi edifici ancora in piedi.

Parlando di Bakhmut al G7 di Hiroshima, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto: «Dovete capire che [a Bakhmut] non c’è più niente […] oggi Bakhmut è soltanto nei nostri cuori», una frase che è stata interpretata proprio come la constatazione di quanto poco sia rimasto in piedi in città.

Una parte di Bakhmut fotografata dall’alto lo scorso 26 aprile (AP Photo/Libkos, File)

Negli ultimi giorni la distruzione di Bakhmut è stata documentata in modo molto efficace da alcune immagini diffuse da Maxar, azienda statunitense che si occupa di comunicazione satellitare. Le immagini mostrano il prima e il dopo sia di Bakhmut nel suo insieme che di alcune aree specifiche, con un cursore che permette di vedere la differenza tra com’erano a maggio del 2022 e a maggio del 2023.

Una serie di edifici bombardati a Bakhmut (AP)

Un’immagine che ritrae tutta Bakhmut vista dall’alto mostra molto chiaramente quanto quasi tutto l’ovest, il sud e l’est della città siano stati interamente o parzialmente rasi al suolo dai bombardamenti. Intere file di condomini, edifici e infrastrutture appaiono ridotte in macerie, e molte delle aree che fino a un anno fa erano verdeggianti, perché alberate o con prati o parchi, appaiono ora completamente bruciate.

Altre due immagini ritraggono due scuole e alcuni edifici nelle rispettive vicinanze. Alcuni sono completamente distrutti: dove prima si vedevano gli edifici ora si vedono soltanto alcuni mucchi di macerie. Altri hanno i tetti completamente o parzialmente demoliti dai bombardamenti, con le mura portanti ancora in piedi. In una di queste due immagini si vedono un campo da calcio e due campi da tennis con alcuni alberi intorno ridotti a una distesa indistinta di terra bruciata.

Un’altra immagine ritrae il teatro principale di Bakhmut: anche in questo caso il tetto è completamente distrutto dai bombardamenti e sono rimaste in piedi, parzialmente distrutte, soltanto le mura portanti dell’edificio, così come in molte altre strutture lì vicino.

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Una delle aree in cui la distruzione è più evidente è quella in cui si trovavano l’università e la torre di trasmissione: in questo caso la maggior parte degli edifici e delle infrastrutture sono totalmente rasi al suolo. Si vedono solo distese di macerie e rovine, non è rimasto nemmeno un albero e sono scomparsi quasi del tutto prati, parchi e aiuole. Non è nemmeno quasi più possibile distinguere le strade asfaltate dal resto del terreno.

Un edificio residenziale distrutto dai bombardamenti a Bakhmut (AP Photo/Libkos, File)

Altre immagini satellitari mostrano case che vanno a fuoco, oltre ad altre file e complessi di edifici ridotti a cumuli di macerie.

Prima dell’invasione russa, a Bakhmut vivevano circa 70mila persone, la maggior parte delle quali sono oggi fuggite oppure sono state evacuate dalle forze ucraine. Dal punto di vista militare e strategico Bakhmut ha un valore estremamente limitato, ma nel corso degli ultimi mesi, man mano che la battaglia procedeva, la sua conquista (per i russi) e la sua difesa (per gli ucraini) hanno acquisito sempre più valore politico e simbolico.

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