
Il gruppo Wagner, che ha attirato l’attenzione di molti in tutto il mondo, ha generato un’ampia speculazione e dibattito sulla sua ribellione, seguita poi da un repentino rientro nei ranghi.
Secondo il Wall Street Journal, il capo del gruppo, Yevgeny Prigozhin, aveva pianificato di catturare i leader militari russi durante l’ammutinamento della scorsa settimana. Tuttavia, sembra che abbia accelerato i suoi piani quando ha appreso che l’intelligence russa era a conoscenza delle sue intenzioni.
Un funzionario dell’intelligence europea ha riferito alla CNN che ci sono “indizi” secondo i quali i servizi di sicurezza russi o l’esercito potrebbero essere stati a conoscenza della ribellione armata in Russia durante il weekend e potrebbero aver scelto di aiutarla a avere successo. Questa situazione ha danneggiato il prestigio di Putin, e se era questo l’obiettivo, sembra che sia stato raggiunto. Non è ancora chiaro se ci saranno delle conseguenze o una purga nel sistema, ma sicuramente si è creato un clima di caos.
Quando interrogato sulla notizia riportata dal New York Times riguardante il coinvolgimento del generale Sergey Surovikin nel complotto, e sulla possibilità che Prigozhin intendesse catturare il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu o il capo di stato maggiore Valery Gerasimov, come riportato dal Wall Street Journal, il funzionario ha dichiarato che la questione è ancora poco chiara e che sarebbe solo speculazione. Solo il tempo dirà quali fossero esattamente le ragioni di Prigozhin.
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha intanto commentato affermando che il presidente russo Vladimir Putin è diventato una “paria”, ma è difficile dire se si sia indebolito a causa degli eventi recenti legati al gruppo Wagner.
Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, dal canto suo, ha condannato Prigozhin, definendolo un individuo che ha commesso orribili atrocità in Ucraina, Africa e Siria, ovunque sia stata presente la Wagner, portando morte, distruzione e sfruttamento. Blinken ha sottolineato l’importanza del fatto che Prigozhin abbia sfidato direttamente Putin, mettendo in discussione le promesse fatte dal presidente russo per la guerra. Ha inoltre ribadito che la ribellione fallita di Prigozhin è un problema interno russo e che il suo sviluppo futuro è ancora incerto.
Blinken ha anche evidenziato che una delle maggiori sfide per raggiungere una pace duratura e giusta in Ucraina è la convinzione di Putin che la Russia possa resistere più a lungo del popolo ucraino. Pertanto, ha sottolineato l’importanza di un piano a lungo termine per la ricostruzione e la sicurezza dell’Ucraina, al fine di evitare che eventi simili si ripetano in futuro.
Nel frattempo, il governo svizzero ha deciso, in base alla legislazione sulla neutralità, di vietare la riesportazione di circa un centinaio di carri armati Leopard 1 A5 che dovevano essere trasferiti in Ucraina dopo la manutenzione in Germania. Attualmente, i carri armati sono immagazzinati in Italia e non sono operativi. Il Consiglio federale svizzero ha concluso che la vendita dei carri armati sarebbe contraria alle disposizioni della legislazione vigente, in particolare alla legge sull’equipaggiamento militare, e rappresenterebbe una deviazione dalla politica di neutralità svizzera.
Infine, si apre oggi a Bruxelles un Consiglio europeo che vedrà tra i suoi temi principali l’appoggio all’Ucraina, con un intervento del presidente Zelensky. A suo dire sarebbero almeno 11 i morti e 60 i feriti dell’attacco russo di martedì in un ristorante a Kramatorsk. La Difesa russa sostiene di aver colpito un comando militare, non obiettivi civili, mentre il Moscow Times dà notizia dell’arresto del generale Sergey Surovikin passato, a quanto pare, nelle file di Prigozhin durante la rivolta.
Dino Valle