Clamorosa affermazione del conduttore di Piazzapulita durante l’ultima puntata della sua trasmissione: è come se millenni di storia non fossero mai esistiti
Al culmine di un lungo dibattito che ha attraversato diversi temi (nomine Rai, riforme della Costituzione, migranti) Corrado Formigli finisce completamente fuori dal seminato: secondo il conduttore di Piazzapulita, infatti, non esiste una cultura italiana. Quasi ci si stenta a credere, ma è proprio nel corso dell’ultima puntata della sua trasmissione in cui il giornalista televisivo fiorentino ha letteralmente trasecolato pronunciando proprio queste testuali parole.
Tutto è partito dalle parole del ministro Lollobrigida – intervenuto agli Stati generali della natalità – secondo cui bisogna “tutelare l’etnia italiana“. Francesco Specchia sottolinea che la vera notizia di quel convegno fosse il calo del 18% della natalità più che le parole dell’esponente di Fratelli d’Italia. “Nessuno ha guardato a quella notizia, ma solo alle parole del ministro dell’Agricoltura“, fa notare il giornalista di Libero. Tocca poi a Carlo Cottarelli, fresco di dimissioni sia dal Pd sia dal Parlamento Italiano, esprimere la propria opinione. “Quelle tre parole Lollobrigida poteva evitarsele. Però, sul resto, dice qualcosa di condivisibile: abbiamo una cultura italiana e nessuno vuole che sparisca”
Ed è qua che inizia il clamoroso distinguo di Formigli. “Attenzione, però: se io porto mio figlio in Italia, impara la lingua italiana, studia la storia italiana, ma si port qua la propria storia e la propria religione, a quel punto il tema della purezza della cultura italiana non esiste. La cultura italiana non esiste, è un divenire, è cambiamento“. Il direttore del Secolo d’Italia, Italo Bocchino, lo interrompe subito. “È una bestemmia quella che stai dicendo“. Ma l’ex inviato di Santoro non vuole ascoltare ragione e ribadisce: “La cultura italiana non esiste, perché non è mai fissa. È qualcosa che cambia completamente. Le seconde generazioni stanno cambiando la nostra cultura. Stiamo imparando anche dagli stranieri cose che non sapevamo. Altrimenti stiamo dicendo solo cavolate“. A fargli da spalla, ci pensa Laura Boldrini: “Noi facciamo parte di una cultura di contaminazione millenaria“. Nessuna replica viene più ammessa: Formigli lancia la pubblicità e cambia completamente argomento.
E pazienza se l’Italia è, fin dall’antichità, tra i centri culturali più fiorenti d’Europa. E facciamo pure vinta che, dal punto di vista del patrimonio storico e artistico, il nostro Paese non possegga la più alta presenza di siti patrimonio dell’umanità dell’UNESCO: sono 58 su un totale di 1.154 (ovvero più del 5% del totale mondiale). E chissenefrega anche dei suoi 4.908 musei, 479 siti archeologici, 5mila beni culturali, 12mila biblioteche, 46mila beni architettonici vincolati, 65mila chiese, 1.500 monasteri, 40mila castelli assortiti, torri e fortezze, 30mila dimore storiche, 4mila giardini e mille principali centri storici. Niente da fare: la cultura italiana, semplicemente, non esiste. Parola di Corrado Formigli.
Lorenzo Grossi
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