I soldi per pagare i costosissimi stipendi dei loro campioni, i nuovi re del calcio li guadagnano vendendo petrolio. E bastano pochi giorni di estrazioni per coprire le spese di un intero campionato
Gli sceicchi arabi sono i nuovi padroni del calcio europeo. Da anni alcuni tra i più ricchi di loro hanno comprato diverse squadre rendendole sempre più vincenti, non badando a spese nell’acquisto di campioni e negli stipendi concessi, e tutto grazie ai ‘petroldollari’ che derivano dalla lucrosa vendita dell’oro nero di cui dispongono in quantità smisurate. Ma le emissioni causate dal petrolio sono uno dei principali fattori che stanno causando i Cambiamenti climatici e quindi il divertimento degli appassionati di pallone ha delle ricadute sull’ambiente.
Uno studio ha provato a quantificare queste ricadute, calcolando le emissioni che sono necessarie per mantenere Paris Saint Germain, Manchester City e Newcastle, squadre di proprietà rispettivamente del qatariota Tamim bin Hamad Al Thani, di Sheikh Mansour degli Emirati Arabi e del saudita Mohammed bin Salman. Per farlo SportingPedia ha fatto una stima del numero di barili di petrolio che questi tre sceicchi devono vendere per garantire gli stipendi annuali dei loro giocatori.
Secondo lo studio gli stipendi dei giocatori del Psg ammontano a 378,6 milioni di euro sterline, quindi l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani per recuperare questi soldi deve vendere 3.910.917 barili di petrolio, la cui combustione rilascerà 1.239.761 tonnellate di anidride carbonica. Per coprire la spesa annuale per gli stipendi del Manchester City, pari a 209 milioni di euro, lo sceicco Mansour di Abu Dhabi deve vendere invece 2.161.793 barili di petrolio, equivalenti a 685.288 tonnellate quadrate di Co2. Infine per recuperare la spesa annuale per gli stipendi del Newcastle, pari a 70,7 milioni di euro, bin Salman dovrà vendere 722.481 barili di petrolio, che emetteranno 229.027 tonnellate metriche di Co2.
Ancora più spaventoso è vedere quanto poco tempo queste persone ci mettono a guadagnare cifre tanto astronomiche. Sempre secondo il report, il Qatar impiega circa 2 giorni, 23 ore e 1 minuto per produrre la quantità di petrolio necessaria a coprire le spese del Psg, gli Emirati Arabi 16 ore e 45 minuti per quelle del Manchester City e l’Arabia Saudita appena un’ora e 35 minuti per pagare tutti gli stipendi del Newcastle.
L’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani ha preso il pieno controllo del Psg nel marzo 2012 per meno di 100 milioni di sterline. Da allora ha insediato il presidente della Qatar Sports Investments (QSI) Nasser Al-Khelaifi come presidente della società, ma ha l’ultima parola su tutte le operazioni. È stato lui a dare l’ok all’acquisto da record di Neymar dal Barcellona per 222 milioni di euro più un ingaggio da 30 milioni netti l’anno. Lo sceicco Mansour, oggi primo ministro degli Emirati Arabi Uniti e membro della famiglia regnante di Abu Dhabi, è stato il pioniere ha preso il controllo del Manchester City nel 2008 con un accordo del valore di 210 milioni di sterline e da allora ha investito oltre 1,5 miliardi di pound. Quando lo aveva preso in mano il City era una squadra di metà classifica, oggi è uno dei giganti mondiali.
L’ultimo arrivato nel mondo del calcio è Mohammed bin Salman, il principe ereditario e primo ministro dell’Arabia Saudita, accusato di aver ordinato l’omicidio del giornalista critico verso il regime, Jamal Ahmad Khashoggi. Lo sceicco è diventato proprietario del Newcastle nel 2021 al prezzo di 305 milioni di sterline.
Sii il primo a commentare