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Ieri è morto Gosaku Ota, e questo nome a molti non dirà niente, ma per chi era bambino tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta significa molto: era il disegnatore dei manga di Goldrake e Mazinga Z, e i due robot in versione cartone con cui siamo cresciuti. Aveva 74 anni, e era l’assistente di Go Nagai, dalla cui fantasia uscirono gran parte dei robot che popolarono gli schermi televisivi, che erano i nostri eroi.
I nostri eroi non erano solo i robot, ma chi li guidava: Goldrake era pilotato da Actarus, Mazinga Z da Ryo. Non entro nei dettagli delle singole trame, ma vorrei farvi capire perché sono stati così importanti per noi, per la nostra formazione culturale anche, perché ci ha portato a essere scientifici e filoatlantici ancor prima di saperne qualcosa di Storia. Era infatti la scienza a difenderci dal male (paradossalmente Gosaku Ota è morto di polmonite post Covid, cioè proprio da un virus venuto fuori dalla natura tanto amata dai seguaci del mito del buon selvaggio), e forse con Goldrake abbiamo cominciato a odiare anche i vegani, a quei tempi mostri extraterrestri provenienti dal pianeta Vega, non persone che non mangiano niente di origine animale e non ti passa proprio l’idea di invitare a cena perché non sai cosa dargli (ma qui vi rimando alle pagine culturali, ho scoperto una cura per i vegani di oggi).
Quelli della generazione precedente alla nostra, i non cresciuti con Goldrake e Mazinga Z e Jeeg Robot e Daltanious e tutti gli altri erano i sessantottini. Loro non capiranno mai. Mentre le Brigate Rosse imperversavano e rapivano Aldo Moro, il nostro immaginario si popolava di eroi che combattevano il male, e il male erano le dittature, tutte le dittature, spaziali o terrestri. Nel caso di Mazinga Z il male era rappresentato dal Dottor Inferno, uno scienziato che minacciava l’umanità con un esercito di mostri meccanici ritrovati su un’isola costruiti dai micenei.
Il dottor Inferno, guarda caso, era tedesco. Perché dico guarda caso? Qui forse l’abbiamo capito dopo, quando abbiamo studiato, ma i giapponesi, alleati dei nazisti, la lezione devono averla capita nel 1945, con le sgancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Da allora i giapponesi sono diventati occidentalissimi, più occidentali di noi: hanno talmente imparato la lezione che quelle bombe in difesa della libertà potrebbero averle sganciate proprio Goldrake o Mazinga Z. D’altra parte le sigle, che per noi erano vere e proprie poesie di libertà, parlavano chiaro: «Quanto tu soffrirai sotto la schiavitù/ su dal ciel piomberà Mazinger/ col cuore fermo nell’immenso vuoto/ va contro l’ignoto se lassù lo incontrerà/ Ama la libertà, gli oppressi difenderà/ per la tua libertà c’è Mazinger/ Mazinga Z… Mazinga Z…». Ecco perché i sessantottini, i complottisti, gli antioccidentali ci fanno sbadigliare: noi abbiamo avuto un’infanzia felice grazie ai robot che combattevano il male, e quindi grazie agli USA, e i giapponesi hanno portato questi valori nei loro manga: l’Occidente contro gli oppressori della libertà, nazisti o comunisti spaziali che fossero.
Massimiliano Parente