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Le forniture continuano ad arrivare, ma gli Stati non le usano più e sono costrette a distruggerle, dopo averle pagate. Solo in Italia, sarebbero 170 milioni le dosi inutilizzate

Centinaia di milioni di dosi inutilizzate di vaccini contro il Covid-19 che gli Stati Ue sono costretti a comprare, ma che con ogni probabilità non saranno utilizzate e verranno distrutte. Solo per l’Italia, il conto dello spreco potrebbe raggiungere i 3 miliardi di euro. Ecco perché da mesi i governi europei stanno facendo pressioni sulla Commissione Ue affinché riveda i contratti stipulati con le aziende farmaceutiche in piena pandemia. Una richiesta che Bruxelles sembra finalmente intenzionata ad accogliere.

I negoziati, fanno sapere fonti dell’esecutivo comunitario, in realtà sarebbero in corso da tempo. I primi a chiedere alla Commissione di fare qualcosa contro il rischio di in maxi spreco per le casse pubbliche sono stati un gruppo di Paesi guidati dalla Polonia. Già lo scorso aprile, poche settimane dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, Varsavia aveva annunciato l’intenzione di non pagare più i vaccini ricevuti dalle case farmaceutiche attraverso i contratti quadro di Bruxelles. Dopo quasi un anno da allora, il governo polacco è stato il primo a ottenere il via libera dalla Commissione per la revisione delle condizioni contrattuali con Pfizer. “La Polonia partecipa ai contratti come parte attiva, di conseguenza ha il diritto di negoziare bilateralmente col produttore in base al principio della libertà contrattuale”, ha sottolineato il ministero della Salute polacco in una nota.

Il calo della domanda per i vaccini contro il coronavirus è trasversale a tutta l’Europa.. In Italia le dosi inutilizzate potrebbero superare i 170 milioni, contando quelle in stock e quelle prossime alla consegna, circa 60 milioni, in base agli accordi in vigore. Uno spreco che potrebbe gravare sul nostro bilancio per tre miliardi di euro. Per il ministro della Salute, Orazio Schillaci, “lo spreco dei vaccini sarebbe difficile da far comprendere ai cittadini, anzi, rischierebbe di generare un senso di disaffezione nei confronti delle future campagne vaccinali”, ha evidenziato il ministro.

Leggi anche:  Se "la Scienza" è a libro paga di Pfizer & Co

Tra agosto 2020 e novembre 2021, la Commissione ha stretto 11 contratti con otto diverse case farmaceutiche per la fornitura di oltre 4,5 miliardi di vaccini contro il Covid-19, con un costo totale di 71 miliardi di euro. Per il ministro della Salute austriaco, Johannes Rauch, è necessario che la Commissione aumenti la pressione sui colossi farmaceutici al fine di modificare le vecchie condizioni contrattuali: “Queste società hanno realizzato ottimi profitti durante la crisi, ora che la situazione è migliorata è necessario trovare un’altra soluzione”.

Sulla stessa linea si pone la Germania, dove oltre 160 milioni di dosi vaccinali sono state dichiarate “inutili” dal ministro della Salute, Karl Lauterbach. Oggi il governo tedesco è in trattativa con la Commissione per ottenere il permesso di ridurre, se non cancellare, gli ordini previsti per questo e il prossimo anno. Di opinione diversa è Parigi, che continua a sostenere il modello attuale, con un appalto congiunto dei vaccini contro il Covid-19. “La Francia supporta la strada tracciata dalla Commissione, l’approvvigionamento comune dei vaccini è stata la nostra linea fin dall’inizio”, ha dichiarato il ministero della Salute francese.

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