Si è dimesso il ministro dell’Agricoltura polacco nel giorno della visita di Zelensky a Varsavia. Sale la rabbia tra gli agricoltori
Dopo la visita alla Casa Bianca dello scorso dicembre ed il tour europeo che lo ha visto prendere parola al Parlamento Europeo, il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, si è recato in Polonia, dove ha incontrato il primo ministro Mateusz Morawiecki e l’omologo Andrzej Duda. Varsavia è stata tra le principali sostenitrici della causa di Kiev in questo anno di guerra, tra le prime anche ad aver accolto milioni di rifugiati ucraini, oltre ad aver espresso il proprio via libera per l’addestramento delle truppe della resistenza circa l’utilizzo dei carri armati e dei caccia occidentali.
Oggi, Zelensky non ha solo rinnovato la propria gratitudine per il supporto ottenuto, ma ha ribadito la necessità di un ulteriore sostegno militare dell’alleanza atlantica, con l’invio necessario di nuove armi e munizioni. Mentre sul campo di battaglia la città di Bakhmut sta per cadere, gli Stati Uniti hanno promosso all’Ucraina un pacchetto di aiuti pari a 2,6 miliardi di dollari (tre radar di sorveglianza aerea, razzi anticarro e autocisterne per carburante), che portano gli aiuti militari a stelle e strisce a oltre 35 miliardi di dollari. La Polonia, in tale ottica, ha rappresentato il principale Paese di transito delle forniture europee ed americane.
Ma lo scenario di Varsavia pare essere tutt’altro che idilliaco: il ministro dell’Agricoltura polacco, Henryk Kowalczyk, si è dimesso oggi a causa della crescente rabbia tra gli agricoltori. E la causa riguarda proprio Kiev. O meglio, l’importazione di grano ucraino, che sta impattando negativamente sui prezzi delle derrate alimentari del Paese. Il tutto reso ulteriormente aggravato dalla decisione della Commissione Ue di estendere l’esenzione dai dazi per il grano ucraino fino a giugno 2024.
A poco sono serviti gli oltre 50 milioni di euro che Bruxelles ha stanziato a sostegno del settore agricolo polacco, bulgaro e romeno, tutti colpiti dalla concorrenza dell’Ucraina. E il voltafaccia dell’Unione Europea ha portato il ministro di Varsavia a gettare la spugna. “Sosteniamo l’Ucraina, ma facciamolo con saggezza e, soprattutto, mettiamo al primo posto l’interesse del Paese e degli agricoltori polacchi!”, ha ribadito in un tweet il premier Mateusz Morawiecki.
Nel frattempo, le elezioni politiche in Polonia sono fissate per il prossimo autunno. Il partito di maggioranza PiS (Diritto e Giustizia) ha tra le componenti cruciali del proprio bacino elettorale guarda caso la popolazione rurale, la più diffidente sul sostegno a tempo indeterminato verso la causa di Kiev. La Polonia, ora, è davanti ad un dilemma: sarà necessario riguardare la propria politica estera ultra-ucraina? Sarà necessario tutelare gli interessi polacchi, a discapito dell’agricoltura ucraina? Sono solo alcune domande su cui si incentrerà la campagna elettorale di Varsavia nei prossimi mesi.
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