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Quali sono le parole più strane della lingua italiana?

Oltre a essere una lingua musicale per antonomasia, l’italiano è anche una lingua dai suoni insoliti, a volte bizzarri, perfino per chi la conosce fin da quando è nato. Una lingua che, nel corso dei secoli, ha visto nascere parole che da leggere o da ascoltare per la prima volta risultano strane al punto da suscitare un sorriso: eccone alcune fra le più esemplificative da approfondire…

L’italiano è una lingua poetica“, scrisse con efficace essenzialità il filosofo, saggista e aforista rumeno Emil Cioran (1911-1995) nel volume Un apolide metafisico (Adelphi, traduzione di Tea Turolla), menzionando una delle caratteristiche per cui la nostra lingua è nota all’estero: la sua musicalità e armonia.

Eppure, come accade per qualunque idioma, l’italiano è anche una lingua dai suoni insoliti, a volte bizzarri, perfino per chi la conosce fin da quando è nato. Una lingua che, nel corso dei secoli, ha visto nascere parole che da leggere o da ascoltare per la prima volta risultano strane al punto da suscitare un sorriso: eccone di seguito cinque da approfondire fra le più esemplificative

Gaglioffo

Cominciamo da gaglioffo, aggettivo che potrebbe derivare dalla fusione di gagliardo e di goffo, o che secondo altre teorie verrebbe da califfo (inteso come uomo violento) o dallo spagnolo gallofa (in riferimento alle briciole di pane date anticamente ai pellegrini). Quale che sia la verità, oggi questo termine si usa per parlare di una persona sciocca, balorda, in altre parole di un vero e proprio buono a nulla.

Granciporro

Nel caso di granciporro, invece, almeno l’etimologia è più certa: il curioso sostantivo proviene infatti dal veneziano grançiporo, a sua volto composto da granso (granchio) e dal greco páguros (paguro). Come si può dedurre, è quindi il nome di una specie di grossi granchi, mentre in senso figurato designa un grande strafalcione, un erroraccio rispetto al quale potremmo proprio dire di “aver preso un granchio“…

Sciamannato

Con l’aggettivo sciamannato torniamo nel regno dell’incertezza linguistica: questo attributo che descrive una persona trasandata, disordinata o sciatta – tanto nel vestiario quanto nel portamento – non sappiamo infatti con sicurezza da dove provenga, pur restando affascinante per via del registro aulico a cui in genere è associata, anche se per definizione si riferisce a qualcuno dall’aspetto ben più umile e popolare.

Solipsista

E veniamo ora a solipsista, sostantivo coniato nella sua forma latina dal filosofo Immanuel Kant (1724-1804), a partire da solus (solo) e ipse (stesso). Come forse si può già intuire, una persona solipsista è di conseguenza una che riesce a pensare solo a sé stessa: una che trascura o ignora il resto del mondo, chiusa com’è nella propria bolla, e che riconduce tutto alla propria esperienza, o comunque a una forma di soggettivismo estremo.

Zuzzurellone

Conosciuta per essere l’ultima parola di molti dizionari, zuzzurellone è una voce onomatopeica di origine toscana, con cui si apostrofa in modo spesso affettuoso chi continua a mantenere un comportamento infantile, giocoso o comunque goliardico anche con il passare degli anni. In base al contesto, può quindi riferirsi a una persona immatura e che non sa pensare a niente di serio, oppure a una persona piena di gioia di vivere.

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