L’A.N.A., sigla che racchiude in sé l’essenza degli Alpini, una razza di militari senza pari, ha radici a Milano, Via Marsala, 9, lì dove è stata piantata nel 1919, affondando le sue radici nel terreno del patriottismo e dell’amore per la montagna. Dal 2013 è guidata da Sebastiano Favero.
Siamo nel 1872, un decreto reale apre nuovi distretti militari nel cuore delle montagne, dando vita al Corpo degli Alpini. È un’epopea lunga 140 anni che ci svela la robustezza d’animo e di spirito dell’Alpino: senso del dovere, rispetto per le tradizioni, orgoglio per i simboli che li distinguono, spirito di Corpo, solidarietà verso i commilitoni. Questi valori sono ciò che cementa la base dell’Associazione Nazionale Alpini.
Dopo la Grande Guerra, gli Alpini, tornati dai campi di battaglia con la coscienza di aver fatto un dovere, non trovano la pace e il riconoscimento meritato, ma si scontrano con uno scenario desolante di scioperi, disprezzo, derisione. In risposta a tutto ciò, si radicano nella loro unione, saldando i legami nati in trincea, in mezzo alle nevi delle Alpi, dove solo l’amico al fianco poteva essere un rifugio.
In questo clima di solidarietà e condivisione, molti di loro iniziano a frequentare la birreria Spaten Brau di Milano, un’oasi di condivisione e reciproca comprensione. Qui, tra chiacchiere e ricordi, nasce l’idea di creare un sodalizio tra coloro che hanno militato tra gli Alpini. E il 12 giugno 1919, questa idea comincia a prendere forma.
Viene quindi organizzata l’assemblea costitutiva per l’8 luglio 1919. Alla prima riunione, una sessantina di Alpini danno vita all’Associazione Nazionale Alpini, ratificando il primo Statuto Sociale e il Consiglio Direttivo. Da lì la notizia si diffonde, prima in Lombardia, poi in tutta Italia, e le richieste di adesione diventano così numerose che si rende necessaria una modifica dello Statuto, introducendo le Sezioni nei capoluoghi di provincia e i Gruppi nei comuni, consentendo alla grande famiglia Alpina di estendersi come una rete su tutto il territorio, dalle Alpi al mare.
Però, l’entusiasmo è tamponato dall’avvento del regime fascista, che stravolge l’ordinamento dell’associazione, militarizzando la sua struttura, nominando dall’alto i direttivi e cambiando i titoli dei ruoli. Ma gli Alpini rimangono fedeli alla loro essenza, nonostante la pressione del regime e gli orrori della guerra.
Caduto il fascismo e ristabilita la pace nel 1945, l’Associazione Nazionale Alpini, nonostante le ferite e le perdite subite, si risolleva, tornando al suo ordinamento originario. Accanto alle generazioni di ex combattenti, si affiancano i giovani di leva, portatori di speranze e continuità.
Da quel momento, l’Associazione comincia ad assumere un nuovo ruolo: non solo onorare i morti, ma anche aiutare i vivi. E così, dal piccolo Gruppo alle grandi Sezioni, nascono iniziative di solidarietà, fatte senza clamore, come un naturale dovere.
La svolta decisiva avviene nel maggio 1976, quando un terribile terremoto devasta il Friuli. L’Associazione chiama alla solidarietà tutti i suoi membri, che rispondono con grande entusiasmo, mettendo in atto un imponente progetto di soccorso e ricostruzione. Per l’impegno mostrato, l’Associazione viene premiata con la medaglia d’oro al merito civile, riuscendo a trasformare un dramma in un esempio di forza e solidarietà.
Dino Valle